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Strangolata e massacrata dall’ex, ignorate 7 telefonate di aiuto dalla polizia siberiana: il dramma della 23enne Vera Pekhteleva

Una giovane donna di origini russe sarebbe stata torturata e assassinata dall’ex fidanzato dopo che la polizia non aveva risposto a sette chiamate di emergenza. Vera Pekhteleva, 23 anni, è morta dopo essere stata presumibilmente strangolata con una corda di ferro. Il brutale assalto dell’ex Vladislav Kanyus sarebbe durato tre ore e mezza nell’appartamento della giovane a Kemerovo, in Siberia (Russia).  

Tragedia in Siberia, la giovane si era recata a casa del 24enne per riprendere le sue cose

Secondo la ricostruzione dei media locali sembra che la giovane stesse raccogliendo le sue cose dalla casa del 24enne dopo aver interrotto la loro relazione prima che lui la intrappolasse dentro e iniziasse a torturarla arrivando a spaccarle la testa dopo averla sbattuta contro un muro. La polizia ha riferito che Vera Pekhteleva ha subito 56 ferite, comprese ferite alla testa, tagli e fratture. I vicini preoccupati hanno chiamato le forze dell’ordine sette volte dopo aver ascoltato le sue richieste di aiuto ma sono stati ignorati in quanto l’episodio sarebbe stato trattato come una banale discussione familiare.

Le richieste disperate d’aiuto e le telefonate dei vicini ignorate dalle forze dell’ordine

Dopo aver chiamato la polizia, i vicini alla fine hanno trovato il corpo della giovane facendo leva su una porta aperta con un piede di porco. La mamma di Vera, Oksana Pekhteleva, ha chiesto che vengano presi provvedimenti nei confronti di due agenti di polizia per il mancato intervento. La donna, tra le lacrime, ha aggiunto che “la tortura e la presa in giro” durante il calvario di sua figlia “non sono state prese in considerazione affatto”.

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