Con la pandemia da coronavirus mutazioni varianti e sottovarianti sono ormai espressioni entrate a far parte del lessico quotidiano. Ogni giorno cerchiamo informazioni su questo argomento in rete, seguiamo programmi televisivi per essere sempre aggiornati sull’evoluzione di questo virus che da due anni a questa parte ha radicalmente cambiato la nostra vita.
Gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità al termine di un incontro con un gruppo consultivo tecnico sull’evoluzione di Sars-CoV-2 (Tag-Ve) hanno diffuso una dichiarazione in cui si fa il punto sulla pandemia, in particolare puntando il focus su Omicron e le sottovarianti del virus, ovvero BA.1 e BA.2.
Stando agli ultimi studi evidenziati dall’Oms, la nuova sottovariante BA.2 avrebbe un vantaggio di crescita rispetto a BA1, tuttavia sembrerebbe più difficile reinfettarsi con la sottovariante di Omicron dopo aver avuto l’infezione con la prima variante. Stando a quanto si apprende, Omicron 2 si presenta differente rispetto alla prima nella sua sequenza genetica, in particolare vi sarebbero alcune differenze di amminoacidi nella proteina Spike e in altre proteine.
In questo senso così si esprime il gruppo tecnico: “Sono in corso studi per comprendere le ragioni del vantaggio di crescita di BA.2 rispetto a BA.1, ma i dati iniziali suggeriscono che BA.2 appare intrinsecamente più trasmissibile di BA.1, che attualmente rimane la sottovariante più comune di Omicron”. Poi precisa: “Questa differenza di trasmissibilità sembra essere molto più piccola della differenza tra BA.1 e Delta. Inoltre, sebbene le sequenze BA.2 stiano aumentando in proporzione rispetto ad altri sotto lignaggi di Omicron (BA.1 e BA.1.1), c’è ancora un calo riportato nei casi complessivi a livello globale”.
Un dato incoraggiante riguarda il grado di pericolosità dell’infezione in quanto dallo studio non emerge alcuna differenza in termini di maggiore gravità tra la variante e la sottovariante presa in esame.
Marco Troisi