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Omicidio Gaetano Menzo a Enna, il figlio: ‘Mi sono difeso’, il giallo del coltellino

Sarebbe confermata la tesi dell’omicidio commesso al culmine di una lite tra padre e figlio, per il delitto avvenuto martedì 23 gennaio a Enna.

Matteo Menzo convinto al telefono a consegnarsi alla polizia

Lo ha confermato nelle parziali ammissioni rese dopo essere stato fermato dalla polizia, Matteo Menzo, 22 anni, figlio di Gaetano, l’imprenditore edile cinquantenne, trovato morto nella sua abitazione nel centro storico di Enna nel primo pomeriggio di Il giovane dopo il delitto era fuggito, ma in serata era stato chiamato al telefono dalla polizia e si era convinto a consegnarsi. Dopo il fermo ha raccontato agli inquirenti di essersi difeso dal padre con il quale era scoppiato un violento litigio.

Enna, Gaetano Menzo accoltellato e ucciso al culmine di una lite con il figlio, 22enne in fuga

Il ventiduenne ha sostenuto che il padre avrebbe prima cominciato a urlare e poi avrebbe estratto un coltellino provando a colpirlo. Una versione che è al vaglio degli inquirenti, anche perché sembra che il coltellino del quale il giovane parla, sarebbe stato trovato in una tasca del padre ma senza traccia di sangue. Pare che gli inquirenti abbiano rinvenuto due coltelli da cucina con i quali sarebbe stato commesso l’omicidio.

La confessione del figlio di Gaetano Menzo al vaglio degli inquirenti

Matteo Menzo, assistito dall’avvocato Silvano Domina, ha ammesso di avere colpito il padre ma ha sostenuto di essersi difeso. Molti dubbi sul racconto del ventiduenne che contrasta con quanto trovato nell’abitazione dove è stato rinvenuto almeno un coltello coperto di sangue che sarebbe stato usato per sferrare almeno 8 fendenti. La vittima, inoltre, avrebbe presentato tagli sulle mani e sulle braccia, provocati da chi brandiva l’arma mentre la vittima tentava di difendersi.

Le indagini sono condotte dalla polizia e coordinate dal pm Salvatore Interlandi. Si cerca di ricostruire il contesto nel quale è maturata la lite fatale. L’abitazione di via Mola e’ stata posta sotto sequestro per consentire tutti gli accertamenti scientifici. 

Increduli i familiari: ‘Era una persona d’oro, avevamo festeggiato tutti insieme i 90 anni della nonna’

“Siamo increduli, tutti lo conoscono e tutti sanno che Gaetano era una persona d’oro. Non posso dire se è odio o niente. Non so niente. Siamo come in una bolla” – ha detto Marco, il nipote della vittima mentre il cognato ha ricordato a La vita in diretta che solo pochi mesi prima avevano festeggiato i 90 anni della nonna (la madre di Gaetano Menzo). “Eravamo tutti insieme felici a festeggiare la nonna. C’era anche Matteo. Eravamo tutti felici”.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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