Claudia Sheinbaum molestata, una passeggiata tra la gente e il tentato bacio
Era uscita dal Palazzo Nazionale dopo una riunione istituzionale. Pochi passi tra la folla, il consueto saluto ai cittadini, qualche parola scambiata con i passanti. Poi l’imprevisto. Un uomo si è fatto largo di colpo, ha allungato le braccia tentando di afferrarla, accerchiarla e baciarla. Un istante di smarrimento, una reazione trattenuta. La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha distolto il volto mentre la sicurezza interveniva per fermarlo. Le immagini, diffuse sui social, hanno fatto il giro del Paese in pochi minuti.
L’uomo, identificato come Uriel Rivera Martinez, sarebbe stato in evidente stato di ebbrezza e, secondo la procura del distretto di Cuauhtémoc, poco prima avrebbe tentato di molestare altre donne. Rischia ora un’accusa di abuso sessuale, punibile con una pena che va da 6 a 10 anni.
“L’ho vissuto come donna, non solo come presidente”
L’indomani, Sheinbaum sceglie la conferenza stampa mattutina per rompere il silenzio. Non cerca protezione, né minimizza. Parla con fermezza:
“Ho deciso di presentare denuncia. Non solo perché sono presidente, ma perché l’ho vissuto come donna. Se non denuncio io, in quali condizioni lascio le altre? Se possono farlo a me, cosa può succedere a una ragazza sola per strada?”
Un messaggio che va oltre l’episodio personale. Risuona come atto politico e culturale in un Paese in cui, ogni giorno, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale, vengono registrate in media 10 femminicidi e centinaia di casi di violenza di genere.
La reazione istituzionale e politica
Il partito di governo Morena ha diffuso in poche ore una nota di solidarietà: “Ripudiamo l’episodio di molestia subito dalla presidente Sheinbaum. Il machismo non appartiene al Messico che vogliamo costruire”. Il capogruppo alla Camera, Ricardo Monreal, ha chiesto un rafforzamento del dispositivo di sicurezza, pur mantenendo il contatto con la popolazione che contraddistingue lo stile politico della presidente.
L’opposizione invece apre il dibattito sulla sicurezza nazionale: può una figura istituzionale così esposta continuare a esporsi senza barriere? Si rischia di trasformare un gesto di vicinanza in un punto debole sul piano della protezione.
🚨 #Increible Un hombre acosó y manoseó a la presidenta Claudia Sheinbaum mientras saludaba a ciudadanos en el Centro Histórico, a metros de Palacio Nacional. El sujeto, aparentemente ebrio, fue detenido por su equipo de seguridad. pic.twitter.com/rZ7DdGfAQe
— ZuritaCarpio (@ZuritaCarpio) November 4, 2025
Un Paese che guarda e si interroga
L’aggressione ha diviso l’opinione pubblica tra chi chiede più protezioni per la presidente e chi teme che un eccesso di sicurezza possa allontanarla dalla gente. Ma il fatto ha aperto anche un’altra ferita: la normalizzazione delle molestie di strada. Sui social decine di donne hanno raccontato esperienze simili, vissute in autobus, in metro, al lavoro.
Sheinbaum lo ha detto chiaramente: “Non è un fatto privato. È un riflesso di ciò che accade tutti i giorni a milioni di donne”. E ha ricordato episodi vissuti quando era studentessa, ben prima di entrare in politica.
Tra paura e dignità, il volto di un Messico che cambia
Nelle immagini, la presidente non si tira indietro né si irrigidisce. Fa un passo di lato. È un gesto piccolo ma simbolico. Non teatralizza, non reagisce con rabbia. Si affida alla legge, chiedendo che venga applicata. Non vuole vendetta, ma rispetto.
Il Messico oggi si guarda allo specchio. Si chiede se bastano leggi e pattuglie, o se serve qualcosa di più profondo: un cambiamento culturale, che parta dalle scuole, dalle famiglie, dai media. E forse proprio questa donna, bersaglio e simbolo, può innescare quel cambiamento.

