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Michela Morellato replica ad Abibebi Dj, scontro sul gender: ‘Ideologia e pura ipocrisia’

Botta e risposta affilati come rasoi. Non si è fatta attendere, infatti, la risposta di Michela Morellato ad Abibebi Dj che in una recente intervista ha attaccato l’influencer e showgirl vicentina, spesso al fianco del giornalista radiofonico de La Zanzara Giuseppe Cruciani, per aver proposto, in un post sui social, la creazione di bagni per le persone trans.

Botta e risposta tra Michela Morellato e Abibebi dj sulla questione dei bagni trans

«Non è una questione di discriminazione, è che ci vuole verità in questa vita. Se un uomo adulto e maggiorenne vuole farsi tagliare i suoi sani genitali che faccia pure ed io gli vorrò bene lo stesso, ma non dovrebbe per nessun motivo essergli concessa l’opportunità di invadere gli spazi delle donne, come ad esempio negli sport femminili e nei concorsi di bellezza. Oltre che le loro toilette» – ha affermato Michela Morellato.

«Se un uomo può essere donna perché si sente tale, se un bianco può essere un nero perché se si sente tale, se un uomo adulto può essere un bambino perché si sente infantile, tutto questo delirio dove può andare a finire? Può un bambino essere un adulto perché si percepisce adulto? Può un tredicenne comprare alcolici perché si identifica come un maggiorenne? Può un indigente pretendere di avere un miliardo di dollari dalla banca perché si percepisce ricco sfondato?

AbiBebi Dj senza freni, dai pride alla replica al vetriolo a Michela Morellato sui bagni trans

Può un uomo adulto frequentare l’asilo perché si identifica come un bambino di quattro anni? Può un bambino trascorrere la giornata in un canile invece che a scuola perché ha la sensazione di essere un cane? Se la risposta a quanto sopra è un secco no, perché è no in questi casi e invece deve essere un gigantesco “sì” ideologico per il cambio di sesso?» – prosegue la showgirl nel suo lungo intervento.

‘Non è questione di discriminazione, non dovrebbe essere concessa l’opportunità di invadere gli spazi delle donne’

«A questo punto, se accettiamo senza fiatare che un bambino maschio dica di essere transgender perché si percepisce femmina, chi siamo noi adulti per dire a questo bambino che deve andare a scuola, obbedire ai propri genitori o rifiutarci di dargli una birra da bere se ce la chiede? Perché dire un secco no in alcuni casi e un secco sì in un caso solo è ipocrisia pura, oltre che malafede».

Da queste affermazioni, quindi, alla discussa ideologia gender è un attimo: «La questione vera è che l’ideologia gender è una gigantesca menzogna. È una menzogna che un uomo possa diventare una donna e viceversa. È una menzogna che esista l’eventualità di “nascere in un corpo sbagliato” e che l’unica possibilità sia amputare i genitali di quel corpo. Un filosofo greco disse: “un albero non può essere un cavallo”.

Questo si applica a tutte le cose, e anche alle persone: un uomo non può essere una donna, anche se – a sua detta – si percepisce tale. Semmai ha l’illusione di sentirsi donna, ma non può sentirsi di essere ciò che non è e non sarà mai. Se un individuo – specie se minorenne – non accetta il proprio corpo, il modo migliore per aiutarlo, secondo me, non è di certo somministrare bloccanti della pubertà e ormoni del sesso opposto per poi amputare parti del suo corpo con l’accetta, bensì sostenerlo con cure che psicologi e psichiatri possono fornire: psicoterapia e farmaci. Se io andassi dal mio medico dicendogli che mi percepisco con un braccio solo e che lo voglio far amputare in ospedale lui giustamente chiamerebbe il TSO e mi farebbe ricoverare in psichiatria.”

Michela Morellato fa poi riferimento agli Stati Uniti. “L’impazzare in America dell’ideologia gender nelle scuole, targetizzando in particolare le bambine e i bambini più fragili irretendoli in queste fallaci questioni, non è niente altro che lucrare sulla pelle di costoro, in quanto sia le assicurazioni sanitarie sia in qualche caso lo Stato finanziano tutto ciò: e così ingrassano le cliniche di cambiamento di sesso, sia con la chirurgia finale sia con i farmaci che il paziente dovrà assumere a vita”.

La show girl fa discutere: ‘Se un minorenne non accetta il proprio corpo il modo migliore per sostenerlo è la psicoterapia’

La show girl poi puntualizza. “Se un adulto maggiorenne è convinto di migliorare la sua vita facendo interventi radicali e invalidanti sul proprio corpo e a proprie spese, che lo faccia pure, io non ho nulla in contrario. Però 1): lasciamo stare i bambini ed evitiamo totalmente che avvenga nelle scuole l’indottrinamento gender; 2): se un bambino soffre di disforia di genere forniamogli solamente le cure psicologiche e psichiatriche del caso senza bloccanti della pubertà e ormoni del sesso opposto; 3): smettiamola con questa ipocrisia alla Lia Thomas che se un uomo si sente donna può gareggiare con le donne fregando loro vittorie e trofei; 4): ricordatevi sempre che anche voi – transessuali, transgender o quant’altro – siete tutti nati da una coppia eterosessuale costituita da un uomo e una donna». E termina così: «In conclusione, dopo tutto quello che ho scritto, temo che il bagno sia l’ultimo delle mie preoccupazioni».

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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