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AbiBebi Dj senza freni, dai pride alla replica al vetriolo a Michela Morellato sui bagni trans

Un vulcano di energia ma estremamente riservata, credente e ambiziosa, amante della notte e della musica.

Lei è Angelica Maria Paola Peterlini Murari, in arte AbiBebi Dj, una professionista della consolle che ha debuttato come pr nel lontano 1997 all’Art Club di Desenzano del Garda al fianco di Madame Sisì, che l’ha sempre presentata come la sua nipotina. Madame Sisì l’ha creata a sua immagine sotto il profilo delle pubbliche relazioni e grazie a un talento unico, la carriera di AbiBebi è andata in rapida ascesa. Ha partecipato a numerosi programmi e format tv sulle reti nazionali e ha fatto anche la comparsa in un film di Gaburro.

Poi, purtroppo, nel 2017 il ritiro temporaneo, come lei stessa sostiene, dalle scene. Oggi torna per parlare di uno dei temi caldi più degli ultimi anni, e a cui lei tiene moltissimo partendo dal suo profondo legame con Madame Sisì.

AbiBebi Dj con Madame Sisì e il giornalista Mattia Pagliarulo

Madame SiSi è tua zia in quanto sorella di tua mamma o di tuo papà?

“Nessuna delle due opzioni. Io e la zia siamo delle stesse zone, mi conosce fin da quando ero piccolina ed è ben a conoscenza della mia dolorosa storia famigliare. Mi aprì le sue braccia e il suo cuore provvedendo alla mia educazione. Poi, nel 2002, arrivarono anche due legali in supporto, che ora sono per me come un fratello e una sorella. Ero una ragazzina abbandonata a se stessa e ho trovato tre angeli custodi. La zia SiSì è il mio angelo fucsia. A lei devo molto. Se non fosse stato per lei forse ora scriverei una storia molto diversa, la mia vita sarebbe molto più grigia”.

Correva l’anno 1997 quando hai iniziato a collaborare coi locali del mondo Lgbtq, si può dire che AbiBebi Dj è un personaggio conosciuto nel mondo arcobaleno. Hai mai partecipato a un pride?

“Quando faranno un pride in abito da sera sicuramente mi vedrai partecipare. Credo che per chiedere certi diritti, come i figli in adozione, serva anche una certa credibilità”.

La domanda qui sorge dunque spontanea: cosa ne pensi delle adozioni gay?

“Credo che i bambini vadano protetti e messi nelle condizioni di crescere in un ambiente equilibrato e pieno d’amore. Un adolescente può scegliere, un neonato no. Da un lato nutro dei dubbi, dall’altro credo che serva avere una mamma e un papà. Io ho sentito molto la mancanza di mia mamma, visto che mi hanno separato da lei che ero in fasce”.

Cosa ne pensi dell’ideologia gender?

“Tema spinoso. Siamo arrivati al punto di voler far passare dei travestiti per persone affette da disforia di genere e questo crea solo confusione. Se sei un uomo che si veste da donna e ti fai chiamare Gigetta, sei un travestito non una trans. Non esiste l’auto-fermentazione nell’identità di genere, esiste fare un percorso con uno psichiatra, farsi diagnosticare la DIG, prendere ormoni e volare fino a diventare una cicala nuova fiammante.

Di Miss Italia che vuole solo donne nate biologicamente donne?

“Non è giuridicamente corretto. Se una trans si opera e diventa totalmente donna sarà donna fisicamente, legalmente e anche da un punto di vista ormonale, considerando che deve assumere estrogeni. Su che base, tu istituzione, metti un veto del genere? Oltre a essere discriminatorio, apre un precedente pericoloso, come certe influencer, tipo Michela Morellato, che in preda ai deliri del momento chiedono i bagni per le persone trans. Forse due guerre mondiali e un’apartheid non hanno insegnato nulla? C’è un però. Sicuramente le associazioni Lgbtq+ (e tra un po’ useranno anche nuove lettere dell’alfabeto) ci mettono del loro” – spiega AbiBebi Dj che poi si sofferma su un altro tema delicato.

Che immagini arrivano dai pride? Ti sembra giusto che degli atleti uomini si sveglino una mattina e grazie all’auto-determinazione “cambino sesso” solo sui documenti? Di fatto si vuole far passare uomini che si vestono da donna per delle persone trans affette da disforia. Questo danneggia le vere persone con disforia, alimenta pensieri discriminatori, confusione e ignoranza. Lo trovo assurdo e scorretto. La disforia di genere è un disturbo serio, la disforia di genere si manifesta quando il feto è ancora nel grembo della madre, dove non c’è di fatto un allineamento tra l’identità di genere, per l’appunto, e il sesso fisico (l’organo genitale) quindi nasceranno delle donne in un corpo maschile o degli uomini in un corpo femminile.

Michela Morellato si esibirà a Desenzano con le drag queen di Madame Sisì

Purtroppo la disforia di genere è subdola, te ne accorgi solo quando i bambini crescono, e non subito. Una persona affetta da disforia di genere fa di tutto per allineare il proprio corpo (organo genitale) con la propria identità e si sottopone a visite psicologiche, perizie psichiatriche, terapie ormonali e infine a un intervento di rettifica del sesso. È un percorso estremamente lungo e doloroso sia fisicamente che psicologicamente”.

Michela Morellato

In tanti ti chiedono consigli, cosa ti piacerebbe fare per aiutarli?

“Nella mia vita ho aiutato tantissime persone a trovare se stesse mettendole in contatto con i giusti professionisti, e mi piacerebbe anche riuscire a creare un’associazione che possa aiutare chi veramente è affetto da disforia di genere. Chissà se in futuro riuscirò a farlo. Ti dico questo perché è dal ‘97 che conosco perfettamente questo mondo, non un giorno, e ho visto tutti i cambiamenti avvenuti in questi anni”,

Cosa ne pensi dell’educazione sessuale fatta alle elementari?

“A ogni frutto la sua stagione e il tempo delle mele inizia a 14 anni”.

Tornerai a fare la dj?

“Purtroppo a causa di un forte mobbing, circa 10 anni fa sono caduta in una forte depressione che mi ha allontanato dalla consolle. Potrei tornare solo con la giusta motivazione. Se trovassi un locale intenzionato a costruire un progetto a lungo termine ci rifletterei”.

Redazione
Redazione
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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