Il caso è aperto: la Procura di Palermo ha disposto l’autopsia. Il fidanzato Elio Bargione, anche lui assistente di volo, è indagato per istigazione al suicidio.
Potrebbe non essere stato un gesto volontario. La morte di Aurora Maniscalco, 24 anni, hostess palermitana precipitata il 29 giugno da un appartamento al terzo piano a Vienna, è finita sotto la lente della Procura di Palermo. I magistrati hanno disposto il sequestro della salma e chiesto l’autopsia, ritenendo non chiusa la vicenda.
I sospetti e l’indagine italiana
Nonostante le autorità austriache abbiano parlato fin da subito di suicidio, la Procura italiana ha aperto un fascicolo per fare chiarezza. Al centro dell’inchiesta c’è Elio Bargione, 27 anni, fidanzato della ragazza, indagato per istigazione al suicidio.
Il giovane ha raccontato di aver avuto una lite con Aurora pochi minuti prima della caduta. Alcuni testimoni oculari l’avrebbero vista precipitare. Ma il racconto non convince del tutto né gli inquirenti italiani né la famiglia della ragazza.
La famiglia: “Non era depressa, voleva ripartire”
Aurora lavorava da circa tre anni per Lauda Air. Aveva vissuto tra Vienna e Praga, e recentemente aveva lasciato il lavoro da hostess. Voleva iscriversi a un corso di tedesco, aveva progetti futuri. Secondo i parenti, non mostrava segnali di depressione: “Era venuta a Palermo a maggio, era serena e piena di energia”, raccontano.
La madre vive in Sicilia, il padre a Rimini. Dopo l’incidente, i genitori sono stati accolti all’ambasciata italiana e hanno chiesto tramite l’avvocato una perizia autoptica urgente. La Procura ha disposto l’esame, che sarà eseguito presso l’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo.
Tanti interrogativi ancora aperti
L’indagine è solo all’inizio, ma restano numerosi dubbi. Perché il fidanzato ha avvisato subito la propria famiglia, ma ha atteso sette ore prima di comunicare l’accaduto ai genitori della ragazza? E ancora: perché è scomparsa l’immagine profilo di Aurora da WhatsApp? Perché non è più visibile l’ultimo accesso?
I parenti sottolineano: “Non vogliamo puntare il dito, ma le incongruenze sono troppe. Non crediamo si sia tolta la vita, Aurora aveva una vita davanti e dei progetti”.
Il fascicolo passa a Roma
Secondo la procedura, dopo l’autopsia il fascicolo sarà trasmesso alla Procura di Roma, territorialmente competente per i reati commessi all’estero a danno di cittadini italiani. Intanto, il sequestro della salma ha bloccato i funerali e segnato un nuovo passo in una vicenda che si preannuncia lunga e complessa.