La multa da 3 milioni a Emme Group: ‘Televendite ingannevoli e pressioni aggressive sui consumatori’
Un’informazione parziale, una scontistica opaca, una pressione insistente rivolta soprattutto a un pubblico vulnerabile: sono questi i cardini dell’articolata condotta commerciale che ha spinto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) a sanzionare Emme Group SpA, titolare del marchio Materassi Marion, con una multa da tre milioni di euro. L’azienda, attiva nella promozione e vendita di materassi, è finita nel mirino dell’Antitrust per pratiche scorrette ritenute ingannevoli e aggressive, soprattutto per le modalità utilizzate nelle televendite trasmesse sui principali canali nazionali e locali.
Le indagini hanno evidenziato come Marion facesse largo uso di sconti apparenti e prezzi promozionali affiancati da un prezzo barrato – il cosiddetto “prezzo pieno” – che nei fatti non risultava mai applicato. Un escamotage che, secondo l’Autorità, induceva i consumatori a percepire un vantaggio economico inesistente, violando tra l’altro l’obbligo normativo di indicare il prezzo più basso praticato negli ultimi 30 giorni.
Come funzionava il meccanismo delle televendite e cosa accadeva a domicilio?
Le televendite si sono rivelate il primo anello di un meccanismo ben più articolato. Il passo successivo, cruciale, era rappresentato dalla visita a domicilio: durante questi appuntamenti, i venditori Marion spesso adottavano un linguaggio fuorviante, in alcuni casi persino denigratorio verso i prodotti pubblicizzati, per spingere i clienti ad acquistare modelli differenti, con un costo anche superiore di 3.000 euro rispetto a quanto mostrato in TV.
Una dinamica che, secondo l’Antitrust, ha determinato un sensibile incremento dei ricavi, a scapito della buona fede e della serenità d’acquisto dei consumatori. Alcune testimonianze indicano che le vittime preferite di queste pratiche erano persone anziane, più esposte al fascino della “promozione imperdibile” e meno pronte a gestire dinamiche commerciali aggressive.
Qual è stata la reazione delle associazioni dei consumatori?
Martina Donini, presidente nazionale dell’Udicon, ha parlato senza mezzi termini di “marketing selvaggio” e ha chiesto con forza misure strutturali contro il far west delle televendite. Anche Assoutenti ha accolto con favore il provvedimento dell’Antitrust, sottolineando come il settore sia spesso dominato da una totale mancanza di trasparenza.
Il presidente Gabriele Melluso ha criticato l’uso indiscriminato di termini come “offerta speciale” e “promozione a tempo”, quando in realtà i prezzi applicati non risultano essere realmente ridotti rispetto a un valore precedente. Più che un caso isolato, quello di Marion sarebbe solo l’ennesimo episodio di una prassi diffusa, in cui le sanzioni economiche diventano un semplice costo accessorio inserito nei bilanci aziendali.
Le modifiche di Marion non sono bastate a evitare la sanzione
Secondo quanto riferisce l’AGCM, le violazioni contestate hanno avuto luogo nel corso del 2024 e non sono state risolte nemmeno dopo modifiche apportate recentemente alla comunicazione promozionale. Nonostante i tentativi di adeguamento, il comportamento della società è stato ritenuto persistente e continuativo, aggravando la posizione dell’azienda nel procedimento sanzionatorio.
Quali prospettive per una maggiore tutela del consumatore?
La multa, oltre a costituire un segnale deciso da parte delle autorità, rilancia un dibattito già acceso nel panorama della tutela dei consumatori: fino a che punto è lecito spingere la comunicazione commerciale, soprattutto quando si rivolge a persone potenzialmente fragili? E, soprattutto, quali strumenti di controllo e prevenzione possono essere messi in campo per prevenire che casi come quello di Marion si ripetano?
La risposta passa anche per un rafforzamento della moral suasion, l’azione di persuasione etica e reputazionale che può dissuadere le imprese dall’adottare simili pratiche. Serve una regolamentazione più stringente delle televendite, ma soprattutto occorre garantire una protezione più efficace per i consumatori, tanto più in un contesto mediatico dove l’apparenza può diventare facilmente inganno.