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Caldo killer Firenze, l’operaio Stefano Olmastroni accusa malore e muore: temperatura corporea a 43°

Sospetta ipertermia, vale a dire l’ipotesi di un decesso a causa (o concausa) del caldo estremo di questi giorni, è quello al momento la tesi più probabile per spiegare la morte di Stefano Olmastroni, operaio 61enne della Labor Service, ditta di pulizie che lavora per la società agricola Legnaia 1903 a Sollicciano, un quartiere della periferia ovest di Firenze.

L’operaio 61enne è deceduto per una sospetta ipertermia mentre lavorava in un magazzino

La morte dell’operaio risale a mercoledì 12 luglio, ma gli accertamenti sono tuttora in corso. Al momento del malore gli è stata riscontrata una temperatura corporea di 43°. L’uomo sembra avesse manifestato disagio per il caldo asfissiante all’interno del magazzino dove stava lavorando (pare che all’interno la temperatura fosse di 39 gradi). Come riferisce La Nazione i tecnici dell’Unità funzionale prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro (Pisll) hanno sentito nelle ultime ore alcune testimonianze che hanno fornito elementi utili alle indagini. 

Caldo e afa, Italia bollente: le località che hanno superato i 47° in superficie

“Il magistrato di turno alla procura di Firenze disporrà l’autopsia sulla salma del sessantenne: il primo quesito a cui dare risposte dal punto di vista medico-legale è accertare l’esistenza, al momento soltanto teorica, di un nesso causale tra la morte dell’addetto alle pulizie e le temperature africane in cui l’uomo si è trovato a lavorare mercoledì pomeriggio”. Tanti i messaggi di cordoglio condivisi in queste ore su Facebook da parenti e amici di Stefano Olmastroni.

Disposta l’autopsia per verificare il nesso causale con il caldo estremo di questi giorni, le precauzioni indicate dall’Asl

Dopo il decesso dell’operaio 61enne l’Asl Toscana ha invitato tutte le aziende a tenere alta l’attenzione sul rischio di stress da calore. A rischio, si sottolinea in una nota, sono soprattutto i lavoratori outdoor (cantieri edili, agricoltura) e indoor nelle aziende dove vengono effettuate lavorazioni a caldo. L’Azienda ricorda che anche quest’anno come negli ultimi anni la Regione Toscana ha inviato a maggio una nota alle associazioni datoriali e dei lavoratori, specialmente di quelli che svolgono attività all’aperto per richiamare il rischio, e fornisce linee di indirizzo per affrontarlo . 

Il dipartimento di prevenzione dell’Asl è da diversi anni impegnato su queste tematiche con iniziative rivolte ai principali settori lavorativi che effettua lavorazioni a caldo e collaborazione con Scuole edili per la sensibilizzazione delle aziende sul tema

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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