Quattro morti a Chicago alla festa per il lancio dell'album della rapper Mello BuckzzQuattro morti a Chicago alla festa per il lancio dell'album della rapper Mello Buckzz

Il dramma nella notte di River North

È scoppiato l’inferno nella tarda serata di mercoledì a Chicago, dove una sparatoria ha trasformato una festa in una carneficina. Intorno alle 23:00, nei pressi dell’Artis Lounge, nel cuore del quartiere River North, un’auto si è accostata a un gruppo di persone riunite sul marciapiede dopo l’evento per il lancio dell’album della rapper Mello Buckzz. Dall’interno del veicolo sono partiti diversi colpi d’arma da fuoco, esplosi contro la folla in un attacco improvviso e violentissimo. Poi, l’auto è fuggita a tutta velocità, facendo perdere le proprie tracce.

Il bilancio è gravissimo: diciotto persone colpite, quattro delle quali sono morte poco dopo il trasporto in ospedale. Tra le vittime, secondo fonti vicine all’artista, ci sarebbero anche persone molto vicine alla stessa Mello Buckzz. La rapper ha pubblicato un breve messaggio su Instagram, chiedendo preghiere per le sue “sorelle” e invocando la protezione divina per tutte le vittime coinvolte.

Una città sotto shock

La tragedia ha colpito una zona frequentata, in un orario di grande afflusso. Gli spari sono risuonati tra i palazzi di West Chicago Avenue mentre sul marciapiede erano ancora presenti decine di giovani che avevano appena lasciato il locale. I soccorsi sono intervenuti in forze: numerose ambulanze, pattuglie della polizia e vigili del fuoco hanno circondato l’intera area, isolandola e cercando di gestire il caos.

All’arrivo dei primi soccorritori, il marciapiede si presentava disseminato di effetti personali, scarpe, indumenti abbandonati nel panico. Le immagini diffuse mostrano una scena di devastazione: detriti ovunque, un tappeto rosso arrotolato davanti all’ingresso del locale e un manifesto dell’evento ancora visibile. All’esterno degli ospedali della zona si sono poi radunate famiglie, amici e conoscenti delle persone coinvolte, molti dei quali in lacrime, in attesa di notizie.

Un passato segnato dalla violenza

L’Artis Lounge non è nuovo a episodi di questo genere. Lo stesso edificio ospitava, fino al 2022, l’Hush Lounge, chiuso dalle autorità cittadine dopo una precedente sparatoria in cui perse la vita una persona e altre tre rimasero ferite. Anche in quel caso, un alterco all’esterno del club sfociò in violenza armata. Il locale fu considerato all’epoca una minaccia per la sicurezza pubblica e costretto alla chiusura. La sua riapertura con un nuovo nome, tuttavia, non ha cancellato il rischio che quel tratto di strada rappresenta ancora oggi.

Le indagini e il silenzio dei testimoni

La polizia ha confermato che al momento nessuno è stato arrestato. L’indagine è in corso e gli agenti stanno esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze. Secondo alcune fonti investigative, almeno tre persone sarebbero coinvolte direttamente nella sparatoria. Ma il muro di omertà – tipico in contesti segnati dalla paura e dalla sfiducia – sta ostacolando il lavoro degli investigatori.

Una città ferita e la voce dei leader locali

“Qui ci sono tante sparatorie, ma nulla di simile”, ha dichiarato il pastore Donovan Price, figura molto nota a Chicago per il suo impegno nelle comunità colpite dalla violenza. “È la cosa peggiore che io abbia mai visto”. Le sue parole, affidate alle emittenti locali, raccontano lo smarrimento e la sofferenza di una città abituata al sangue ma mai rassegnata.

Chicago, ancora una volta, si risveglia con il peso di una strage e con troppe domande senza risposta.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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