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Secondo i dati pubblicati dalla Fondazione Openpolis riferiti all’anno 2019, indicano che le ragazze italiane nonostante siano brillanti durante il percorso di studi e riescano a laurearsi e diplomarsi di più rispetto agli uomini non riescono a raggiungere posizioni lavorative brillanti e di responsabilità rispetto ai coetanei uomini.

Come riporta anche il sito circuitoscuola.it il divario tra donne e uomini nell’ambito lavorativo resta molto elevato e questo nonostante le donne siano più brillanti durante il percorso di studi, secondo i dati del 2019 a fronte del 59,8% di diplomati in Italia ci sono 63,8% diplomate.

Laureati: l’inchiesta della Fondazione Openpolis

Per quanto riguarda i laureati sono il 21,7% e le laureate il 34%, anche i dati sull’abbandono scolastico evidenziano che le ragazze sono maggiormente attaccate agli studi, quindi abbandonano di più i ragazzi rispetto alle donne il 16,5 % contro il 12,3%.

La differenza si riflette anche sugli stipendi, nonostante le maggiori competenze acquisite a livello didattico, le donne non riescono ad ottenere stipendi pari o superiori a quegli degli uomini, le differenze di genere nell’istruzione emergono durante la fase dell’adolescenza, qui il gap tra ragazzi e ragazzi si fà molto evidente, i dati indicano anche che in questa fase le ragazze vengono orientate verso materie umanistiche, i ragazzi verso aree scientifiche e tecniche.

Questa gabbia culturale innesca inevitabilmente non solo un divario nei percorsi di studio ma nei passaggi lavorativi post laurea. La conseguenza è che le ragazze hanno meno probabilità di un coetaneo di essere occupate in futuro.

Tra le regioni italiane dove il divario di genere è maggiore spicca la Puglia. Le donne pugliesi che hanno laurea o diploma sono il 50,2%. La quota più bassa tra le regioni italiane. Qualche passo in avanti è stato fatto: per esempio in Calabria dove le donne con almeno il diploma sono aumentate di 9 punti (dal 46,4 al 55,3).

Naturalmente le regioni con meno diplomate sono anche quelle con la minore occupazione femminile e spesso coincidono con quelle con il maggior divario uomo-donna nel lavoro.

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