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Non vuole essere definito eroe ma una giovane mamma non dimenticherà mai il suo sangue freddo e quell’intervento che le ha salvato la vita. La storia del medico romano Carlo Santucci, raccontata dal Corriere.it, ha fatto il giro del web in queste ore. Il 27 agosto il camice bianco, in vacanza a Cortina, si trovava sul treno che porta da Lienz (Austria) a Dobbiaco (Trentino Alto Adige). Il treno era pieno come un uomo ed, intorno alle 17:30, l’uomo ha sentito chiedere con concitazione l’immediato intervento di un medico. Non ci ha pensato due volte Santucci, si è fatto largo tra la folla e si è avvicinato dalla giovane donna, al suo fianco la figlia, di appena sei anni, in lacrime. Sul treno non c’era né il defibrillatore né kit di primo soccorso (“Un fatto gravissimo” – sottolineerà), Santucci fa un sospiro di sollievo, si concentra ed inizia una lunga manovra di rianimazione. Un massaggio cardiaco che dura quaranta minuti al ‘ritmo’ di 30 compressioni toraciche e due insufflazioni. “Una manovra del genere la possono fare tutti dopo un primo soccorso” – ha riferito il medico al Corriere. Alla fine di quegli interminabili minuti il segnale di vita, quello che in gergo tecnico viene definito rasping (‘fame d’aria’). La giovane madre è salva e viene trasportata in eliambulanza mentre i soccorritori si complimentano con il medico. “Senza di te non ce l’avrebbe fatta”. Santucci è rimasto in contatto con la famiglia della donna. “Il marito mi ripete che non sa come ringraziarmi ma io gli ho detto soltanto che voglio una foto con mamma e figlia che giocano insieme”.

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