Il corpo di Salvatore Blandino è stato rinvenuto in un terreno agricolo a FerrucciaIl corpo di Salvatore Blandino è stato rinvenuto in un terreno agricolo a Ferruccia

Scomparso per un mese, ritrovato senza vita: il fermo del figlio e l’ombra del parricidio

Una scomparsa inizialmente avvolta nel mistero si è trasformata in uno dei più inquietanti casi di cronaca nera degli ultimi mesi in Toscana. Salvatore Blandino, 70 anni, pensionato ed ex operaio tessile, era scomparso da Quarrata (Pistoia) il 27 giugno. Il suo corpo è stato ritrovato martedì 22 luglio, in avanzato stato di decomposizione, sepolto in un terreno agricolo a Ferruccia, frazione al confine con Agliana, non lontano dal capannone dove lavora il figlio Giuseppe, fabbro di 42 anni.

Proprio lui, secondo la Procura di Pistoia, sarebbe il responsabile del delitto. Fermato nella notte tra martedì e mercoledì con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere, il figlio della vittima ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio.

Le indagini e la scoperta del corpo: un lavoro congiunto e meticoloso degli inquirenti

Le indagini, coordinate dalla sostituta procuratrice Chiara Contesini, hanno seguito da subito la pista familiare. L’allarme era stato lanciato inizialmente dalla sorella di Blandino, residente a Prato, preoccupata per l’assenza di risposte. Il giorno seguente anche Giuseppe aveva sporto denuncia. Da quel momento è partito un piano di ricerche capillare che ha coinvolto carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile e autorità locali. Le ricerche si sono concentrate in particolare nella zona di via della Repubblica, dove Blandino viveva con il figlio.

Proprio nella casa condivisa tra padre e figlio, gli inquirenti hanno rinvenuto tracce di sangue sulle pareti e segni che suggerivano una colluttazione. Ma la svolta decisiva è arrivata grazie ai cani molecolari dell’Arma, che hanno condotto i ricercatori in una zona agricola, a ridosso del capannone dove Giuseppe Blandino lavora. Dopo appena mezzo metro di scavo, è emerso il corpo del settantenne, irriconoscibile a causa dell’avanzato stato di decomposizione.

Una relazione familiare difficile: tensioni e sospetti fin dall’inizio

La convivenza tra padre e figlio, secondo quanto emerge dalle testimonianze raccolte nel quartiere, era segnata da tensioni evidenti. Il contesto familiare, apparentemente tranquillo, nascondeva dissapori profondi, alimentati forse da ragioni economiche e personali. Le autorità sospettano che l’uso del bancomat della vittima per un prelievo di 600 euro, effettuato il giorno della scomparsa, sia un ulteriore tassello della vicenda che rafforza l’ipotesi del movente economico. Nonostante l’apparente collaborazione iniziale, l’atteggiamento del figlio ha presto insospettito gli investigatori.

Il ruolo dell’autopsia e degli esami genetici nella ricostruzione dei fatti

La salma è stata trasferita all’Istituto di Medicina Legale di Careggi, a Firenze, dove verrà sottoposta ad autopsia per determinare con certezza la causa della morte e confermare ufficialmente l’identità attraverso esami del DNA. Sarà l’esito di questi accertamenti a offrire un quadro più preciso della dinamica del delitto, sebbene gli inquirenti abbiano già raccolto numerosi indizi che delineano uno scenario drammatico e preoccupante.

Sequestrato un furgone che Giuseppe Blandino si sarebbe fatto prestare da un conoscente e sul quale avrebbe trasportato il cadavere del padre dall’abitazione di via della Repubblica. L’uomo è in stato di fermo nel carcere di Santa Caterina in Brana.

Un paese sotto shock: dolore, domande e bisogno di verità

Quarrata è una comunità piccola, dove tutti si conoscono. La notizia della morte di Salvatore Blandino ha generato sgomento, soprattutto per le modalità con cui il corpo è stato occultato, in un terreno vicino a luoghi frequentati quotidianamente. Sconcertati i residenti. “Li conoscevamo bene. Giuseppe ci aveva tanto aiutato durante l’alluvione. Apparentemente era una bravissima persona” – ha riferito un conoscente mentre un’altra ha parlato di screzi tra i due. “Si sentiva sempre vociare, ma poi pare l’abbia ammazzato in casa”.

Le autorità mantengono uno stretto riserbo, ma appare chiaro che le prossime settimane saranno decisive per ricostruire ogni dettaglio di un parricidio che, se confermato, rappresenterebbe l’epilogo più tragico di una convivenza familiare già compromessa.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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