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Alvaro Vitali, il successo, l’oblio, la depressione e l’appello: ‘Un ultimo film per fargliela vedere’

“Ad un certo punto il telefono ha smesso di squillare”. In un’intervista rilasciata a Repubblica Alvaro Vitali non ha nascosto la sua amarezza per il silenzio che è calato intorno a lui dopo gli anni d’oro della commedia sexy all’italiana tra il 1970 e 1980. “Nessuno mi ha fatto più lavorare”.

La carriera cinematografica dell’ex elettricista iniziata quasi per caso con Fellini: ‘Il telefono non squilla più’

Dal dispettoso e birichino Pierino che osserva le gambe della maestra (Michela Miti) e fa scherzi continui a genitori ed amici ai film in serie con Lino Banfi, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto e Gianfranco D’Angelo con icone della bellezza come Edwige Fenech, Barbara Bouchet, Gloria Guida, Nadia Cassini e Annamaria Rizzoli.

Un periodo d’oro per il comico che incappa in un passo falso con Paulo Roberto Cotechino, centravanti di sfondamento. L’incasso non è quello che si aspettavano i produttori e le proposte di lavoro iniziano a latitare. Un barlume di luce quando ad inizio 2000 viene chiamato da Striscia la notizia e tante delusioni. Anche da amici e colleghi sui quali pensava di poter contare. “Lino Banfi non mi ha più cercato e provo dolore“.

Il successo con la commedia sexy e Pierino: ‘Lino Banfi non mi ha più cercato e provo dolore’

Prima di iniziare la carriera cinematografica lavorava come elettricista. Poi, quasi casualmente, si presenta ad un casting per comparse per un film del grande Federico Fellini. Passa l’esame e con il maestro gira 4 film (Da Satyricon ad Amarcord), poi la svolta con Nando Cicero che lo sceglie per L’insegnante, uno dei film che caratterizzeranno la sua carriera. “Mi ero sempre ispirato a Lando Buzzanca. Non potevo chiedere di meglio, una delle classiche commedie di quegli anni in cui si mescolano situazioni da barzelletta e momenti sexy dove deve recitare accanto a Edwige Fenech”.

In quel periodo si apriva ogni porta, era corteggiatissimo e poteva permettersi di cambiare auto ogni tre giorni. “Comprai casa a nonna Elena, in via Oderisi da Gubbio, nel quartiere Marconi. Sono stato a casa con lei dagli 8 ai 32 anni. Con mia madre erano litigate continue”. Poi l’oblio. “Dopo un periodo di depressione, arrotondo facendo spettacoli, nei teatri, soprattutto al Sud. A Roma poco, non c’è il culto della serata. Di pensione ora prendo 1.200 euro. Mi hanno fregato un sacco di contributi”.

Alvaro Vitali: ‘Prendo 1200 euro di pensione, mi hanno fregato un sacco di contributi’

Stoccate anche al mondo della politica. “Sono di sinistra, all’epoca votavo Pci. Tutta la mia famiglia votava Pci. Ho più volte attaccato i manifesti, annunciato comizi, giravo con l’auto con l’altoparlante sul tetto ma non mi ha mai invitato una sola volta alla festa dell’Unità e quando andavo davanti Montecitorio quelli di sinistra mi evitavano al contrario di Ignazio La Russa che andava matto per me”. Ora Alvaro Vitali ha un ultimo sogno da realizzare: “Un ultimo film, per fargliela vedere a chi non ha più creduto in me”. 

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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