‘Sì, sono stato io’: le parole di Zippo sul letto d’ospedale
Giovanni Zippo, la guardia giurata di 40 anni ritenuta responsabile della devastante esplosione avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 giugno in via Nizza 389 a Torino, ha finalmente parlato, anche se solo in parte. Interrogato in ospedale al CTO di Torino, dove è ricoverato per gravi ustioni, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha lasciato trapelare una confessione tanto breve quanto potente: “Sì, sono stato io, mi vergogno”.
Le accuse: omicidio volontario e crollo doloso
Le accuse a carico di Zippo sono gravissime: omicidio volontario con dolo eventuale e crollo doloso. L’esplosione, secondo gli inquirenti, sarebbe stata causata da un liquido infiammabile volontariamente versato dall’uomo nel vano scale del condominio. Le fiamme hanno poi innescato una deflagrazione che ha provocato la morte di Jacopo Peretti, 33 anni, e il ferimento di altri cinque residenti.
Un gesto che voleva essere un “dispetto”
Secondo quanto riferito dall’avvocato difensore Basilio Foti, Zippo non avrebbe avuto intenzione di provocare un’esplosione. L’obiettivo, a detta sua, era un semplice “dispetto” rivolto alla ex compagna, che abitava nello stabile. Una relazione tormentata, una convivenza finita male e un sentimento di rancore che, secondo la tesi difensiva, avrebbe spinto l’uomo a un gesto sconsiderato, senza valutarne le conseguenze catastrofiche.
L’avvocato: “Non voleva uccidere”
“Si vergogna, piange in continuazione”, ha dichiarato l’avvocato Foti dopo l’interrogatorio. “Non poteva immaginare che si verificasse un’esplosione. Per lui era un atto dimostrativo, non un tentativo di omicidio. L’accusa di dolo è troppo pesante”. Parole che cercano di ridimensionare la gravità di quanto accaduto, ma che si scontrano con la realtà dei fatti: un intero palazzo danneggiato, una giovane vita spezzata e famiglie distrutte.
Una comunità sconvolta
Via Nizza 389 rimane transennata. Le famiglie evacuate sono ancora senza casa, molte di loro ospitate da parenti o sistemate temporaneamente in strutture comunali. Il Comune di Torino ha avviato una raccolta fondi per sostenere le vittime e i lavori di messa in sicurezza dell’edificio. Il quartiere San Salvario, colpito nel cuore, fatica a riprendersi. “Non dimenticheremo mai quella notte” racconta un residente. “Un boato tremendo, sembrava una bomba. Poi solo fumo, urla e macerie.”
Jacopo Peretti: una vittima innocente
Tra le macerie, ha perso la vita Jacopo Peretti, 33 anni, che dormiva nel suo appartamento al primo piano. Una morte assurda, inspiegabile, frutto di una catena di eventi tanto banali quanto fatali. Jacopo lavorava nel settore della comunicazione ed era molto conosciuto nel quartiere. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto immenso. “Un ragazzo gentile, pieno di vita, sempre con il sorriso. Non meritava una fine così” raccontano gli amici.
Prossimi passi dell’indagine
Il procuratore di Torino ha disposto ulteriori accertamenti tecnici per ricostruire nei dettagli la dinamica dell’esplosione. In parallelo si attendono le perizie chimiche sul liquido utilizzato e le relazioni dei vigili del fuoco. Zippo, una volta dimesso, sarà trasferito in carcere. Nel frattempo, la difesa potrebbe chiedere una perizia psichiatrica per valutare lo stato mentale dell’uomo al momento dei fatti.