Nerola, la tragedia silenziosa che parte da una puntura
Era stata ricoverata per febbre e stato confusionale, poi le sue condizioni sono precipitate. Una donna di 82 anni, residente a Nerola (provincia di Roma), è morta all’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi per un’infezione da virus West Nile. Il decesso è stato confermato dalla Regione Lazio, che ora monitora da vicino una nuova allerta sanitaria che rischia di estendersi.
Nel Lazio ci sono altri sei casi confermati, tutti nella provincia di Latina. Due pazienti, un uomo di 63 e uno di 72 anni, sono in condizioni critiche e ricoverati in terapia intensiva al Santa Maria Goretti. Gli altri quattro sono in miglioramento. Ma il punto è un altro: nessuno di loro era stato messo in correlazione con altri. Segno che il virus sta circolando in maniera più estesa del previsto.
La richiesta dei carabinieri: “Screening subito nei reparti”
Il caso ha già superato i confini della sanità. L’associazione sindacale Unarma ha chiesto al Ministero della Difesa un intervento immediato per estendere le misure di prevenzione anche alle forze dell’ordine, soprattutto nei presidi rurali della provincia di Latina. “I carabinieri lavorano ogni giorno a stretto contatto con la popolazione, spesso in aree a rischio, senza adeguata protezione contro vettori come le zanzare infette”, ha dichiarato Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma.
Nicolosi sollecita l’apertura urgente di un tavolo tecnico con il Comando Generale dell’Arma e il Ministero della Salute, per attivare controlli, disinfestazioni e screening sierologici nelle caserme e nei reparti operativi. “Non possiamo aspettare che il problema si allarghi prima di agire”, ha aggiunto.
Che cos’è il virus West Nile e perché preoccupa
Il virus West Nile si trasmette principalmente attraverso la puntura della zanzara comune notturna, non quella tigre. Le zanzare si infettano pungendo uccelli selvatici e possono trasmettere il virus a cavalli e uomini. Il contagio tra persone è raro, ma può avvenire in casi particolari, come trasfusioni o trapianti da donatori infetti. In provincia di Latina è morto anche un cavallo, segno che la circolazione virale è attiva su più fronti.
In rari casi, come quello della donna di Nerola, l’infezione può diventare neuroinvasiva, causando encefaliti o gravi complicazioni neurologiche. Gli anziani o le persone fragili sono i più esposti.
La Regione corre ai ripari, ma l’allerta si allarga
Il Lazio ha già attivato dal 17 luglio un piano di sorveglianza straordinaria, che include disinfestazioni mirate, sensibilizzazione dei medici, campagne di informazione e monitoraggio degli animali da allevamento. Ma l’allerta non è più solo regionale: anche in Lombardia, nelle province di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova, sono stati trovati pool di zanzare infette.
Il virologo Fabrizio Pregliasco lancia un messaggio chiaro: “Il virus West Nile non va sottovalutato. Un caso grave su mille può sembrare poco, ma se non si controlla la circolazione, può diventare un problema serio. Lo abbiamo visto nei Paesi dove è diventato endemico.”
Intanto, resta l’amarezza per una morte improvvisa e la consapevolezza che un semplice insetto, in un’estate come tante, può trasformarsi in un nemico invisibile.