A sinistra Keith McAllister con la moglie AdrienneA sinistra Keith McAllister con la moglie Adrienne

Il dramma in diretta: ‘L’ho visto sparire nella macchina’

“Ha fatto appena in tempo a salutarmi con la mano, poi la macchina l’ha tirato dentro. Non riesco a togliermi quell’immagine dalla testa.” Adrienne Jones-McAllister fatica a parlare. La voce è spezzata, il dolore ancora vivo. Suo marito Keith, 61 anni, è morto davanti ai suoi occhi in quello che è stato definito un “tragico errore umano” durante una risonanza magnetica al Nassau Open MRI di Westbury, a Long Island.

Era il 16 luglio. Lei era lì per un esame al ginocchio. Lui era nella sala d’attesa. Sentendola in difficoltà, è entrato nella stanza per aiutarla. Nessuno lo ha fermato. Nessuno gli ha chiesto di togliere la pesante catena metallica da nove chili che portava al collo. Ed è stato allora che tutto è accaduto.

Una catena, una macchina e una tragedia assurda

Appena superata la soglia, il campo magnetico potentissimo dell’MRI ha fatto il resto. “L’ha girato, l’ha tirato verso di sé. Io e il tecnico cercavamo di fermarlo, di tirarlo via. Ma era tutto inutile”, ha raccontato la donna a News 12 Long Island. McAllister è stato colpito con violenza dalla macchina, che lo ha trascinato con la forza della catena, causandogli gravi traumi. Ricoverato in condizioni critiche al North Shore University Hospital, è morto il giorno dopo, il 17 luglio.

Secondo la polizia della Contea di Nassau, non ci sono evidenze di reati. L’incidente è stato classificato come accidentale. Ma la vicenda ha sollevato dubbi enormi sulle procedure di sicurezza. Possibile che un uomo entri liberamente in una sala MRI con oggetti metallici addosso? Possibile che nessuno l’abbia fermato?

“Quella catena la conoscevano tutti”

Il punto più controverso del racconto arriva proprio da Adrienne. Non era la prima volta che lei e Keith si recavano in quella struttura. E non era la prima volta che i tecnici vedevano quella collana. “Ne avevamo parlato. Dicevano sempre: ‘Che catena grossa!’ Ma nessuno l’ha mai fatto togliere davvero”, ha detto tra le lacrime.

La donna ha anche aggiunto che non ha dormito né mangiato per giorni. “È stato tutto così veloce, così insensato. Non riesco ancora a crederci. Era un uomo buono, lavorava sodo. E io lo amavo tantissimo.”

Un errore che non si può archiviare?

La clinica ha sospeso le attività per un’indagine interna. Ma intanto la domanda che resta sospesa nell’aria è semplice e crudele: si poteva evitare? Keith McAllister è morto per un gesto istintivo d’amore – entrare nella stanza per aiutare la moglie – e per un protocollo di sicurezza che, evidentemente, ha fallito.

Adrienne Jones-McAllister continua a ripetersi una frase che non riesce a scacciare dalla testa: “L’ho visto accasciarsi tra le mie braccia. E nessuno è riuscito a fare niente.”

Di Renato Valdescala

Esperienza nello sport e nella cronaca locale con quotidiani salernitani dal 1990. Con il tempo si è dedicato alla cronaca estera analizzando i fatti di maggiore rilievo con spirito critico e irriverente. Si occupa anche di approfondimenti di cronaca nazionale.

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