Maurizio Crozza in versione Gianluigi NuzziMaurizio Crozza in versione Gianluigi Nuzzi

Maurizio Crozza torna in prima serata con ‘Fratelli di Crozza’ il 3 ottobre

Maurizio Crozza torna in prima serata e lo fa — come da consolidata tradizione — mettendo immediatamente in campo una maschera pensata per urtare, far ridere e far riflettere. A pochi giorni dal debutto di Fratelli di Crozza (venerdì 3 ottobre su NOVE, con episodi in streaming su discovery+), il comico genovese ha postato sui social un’anticipazione che in poche ore è diventata virale: per la prima volta Crozza si mette nei panni di Gianluigi Nuzzi, trasformandolo in una versione satirica chiamata «Giansalma Sminuzzi» e inventando il format immaginario Grado Zero — parodia di quei programmi d’approfondimento che oscillano fra cronaca nera, sensazionalismo e ricerca dello share.

Il comico fa riferimento alla spettacolarizzazione della cronaca con toni solenni e ironici

Nel video, Crozza/Nuzzi gioca con i registri che hanno reso celebri i programmi televisivi di indagine: toni solenni, l’ossessione per l’indizio, per l’autopsia, per la parola «testimone». La battuta che più ha fatto discutere — e che viene già ripresa come claim — è il luogo comune ribaltato con ironia: «Tira più un pelo di vittima o un carro di Miss Italia?». Una battuta che non vuole tanto deridere la vittima — tema sul quale Crozza è sempre abile nel dimostrare cautela — quanto porre in luce la naturale attrazione mediatica per il sanguinoso e per lo spettacolo, anche quando l’emergenza morale del racconto rischia di trasformarsi in intrattenimento.

La scena si sviluppa come una farsa calibrata: Sminuzzi annuncia casi improbabili («il caso Gambrini Zambroni accoltellato…») e dialoga con la “vittima” che, con ironia grottesca, ribatte di essere ancora viva. Lo scambio svela la meccanica del programma immaginario: l’enfasi sulle autopsie «fatte alla carlona», la ricerca spasmodica del dettaglio clamoroso che metta lo spettatore davanti allo schermo. Crozza spinge il paradosso fino all’assurdo, chiedendo persino alla persona in studio di procurarsi un «cadavere» per la premiere — gag che punta il dito sulla spettacolarizzazione della tragedia.

La scelta di imitare Nuzzi non è casuale: il giornalista è figura simbolo del filone giornalistico che coniuga cronaca nera e approfondimento. Crozza utilizza la maschera per mettere sotto la lente un tema più ampio: il rapporto tra informazione e intrattenimento nell’era dei social e della competizione per l’audience. Non meno sintomatico è il riferimento parallelo a Miss Italia — simbolo del mondo dello spettacolo e della sfilata — che nella battuta fa da contraltare alla morbosità mediatica.

Negli ultimi giorni Crozza aveva già mostrato sui suoi canali un altro profilo, quello di Benjamin Netanyahu. Questo teaser di Giansalma Sminuzzi rilancia la cifra del comico: satira politica e mediatica che fa leva su imitazioni, scrittura serrata e ritmo televisivo calibrato.

Con la parodia Crozza esplora il rapporto tra informazione e intrattenimento nell’era dei social media

La reazione online è rapida: il video ha raccolto migliaia di visualizzazioni e decine di migliaia di interazioni. Molti utenti applaudono l’abilità di Crozza nel cogliere contraddizioni e ipocrisie del sistema-mediatico; altri sollevano questioni su dove debba tracciare il confine la satira quando tocca temi sensibili come la cronaca nera. Ed è proprio su quel confine che Crozza sembra giocare, volendo più provocare una riflessione che compiacere indignazione.

Fratelli di Crozza riapre dunque il sipario col suo arsenale di maschere: la satira come specchio critico di una società che consuma notizie e spettacolo, dove il giornalismo d’inchiesta — e chi lo rappresenta — diventa materia prima della comicità. L’appuntamento è per il 3 ottobre, quando il pubblico potrà giudicare se Grado Zero sarà soltanto un’ennesima parodia, o il punto di partenza per un discorso più ampio su tv, informazione e taste del pubblico.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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