Turetta rinuncia all’appello: “Un sincero pentimento”
Con una lettera indirizzata alla Corte d’Appello di Venezia, Filippo Turetta ha annunciato di rinunciare ai motivi d’appello contro la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò (VE).
Il gesto, reso noto dal Corriere della Sera, arriva a un mese dal previsto inizio del processo di secondo grado, fissato per il 14 novembre.
Le parole del reo confesso
Turetta scrive di un “sincero pentimento”, specificando di voler accettare la condanna e rinunciare a qualsiasi tentativo di riduzione della pena.
Il 25enne, detenuto nel carcere di Verona Montorio dal 25 novembre 2023, era stato arrestato in Germania dopo dieci giorni di fuga.
Le reazioni della Procura e della famiglia Cecchettin
La Procura di Venezia aveva a sua volta impugnato la sentenza, chiedendo il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e stalking, non accolte in primo grado.
Il padre della vittima, Gino Cecchettin, ha commentato in passato le dichiarazioni del giovane definendo la sua apertura alla giustizia riparativa “strumentale e tardiva”.
Le prossime tappe giudiziarie, la criminologa
Il processo d’appello si terrà comunque, poiché la Procura Generale ha presentato appello.
La rinuncia di Turetta non chiude dunque il caso, ma rappresenta un gesto personale di accettazione e, forse, un tentativo di riconciliazione interiore dopo un delitto che ha sconvolto l’Italia.
Bruzzone: ‘Un modo per depotenziare le critiche’
La criminologa Roberta Bruzzone ha manifestato il suo scetticismo rispetto al pentimento di Filippo Turetta nel corso del programma Ore 14, in onda su Rai 2 e condotto da Milo Infante.
“Credo che il vero motivo per il quale prende questa decisione è perché si parli di lui in maniera negativa gli pesa molto. Questo è un modo per depotenziare le critiche nei suoi confronti. Questo è un soggetto ipersensibile a questo genere di scenario. Sottrarsi a modo suo all’appello è anche un modo per sottrarsi a tutto quello che discende da questa vicenda”.