L'auto in fiamme a ChengduL'auto in fiamme a Chengdu

Un incidente che riaccende i timori sulla sicurezza delle auto elettriche

Un nuovo drammatico incidente ha riportato Xiaomi Auto al centro delle polemiche. Una berlina elettrica SU7 Ultra, la versione più costosa del modello di punta dell’azienda (prezzo di listino: 529.900 RMB), ha preso fuoco dopo una collisione avvenuta all’alba del 13 ottobre nella città di Chengdu, nella provincia cinese del Sichuan.

Le immagini diffuse sui social media cinesi mostrano l’auto completamente avvolta dalle fiamme, mentre diversi passanti tentano disperatamente di aprire le portiere per salvare il conducente rimasto intrappolato all’interno.


Le fiamme e il dramma: cosa è successo a Chengdu

Secondo quanto riportato dal quotidiano The Paper, l’incidente è avvenuto intorno alle 3:16 del mattino. Il conducente, identificato come Deng Moumou, 31 anni, avrebbe guidato sotto l’effetto dell’alcol. L’uomo, alla guida di una SU7, si è scontrato con un’altra vettura, ha attraversato la striscia spartitraffico e l’auto ha preso fuoco.

I soccorritori giunti sul posto hanno trovato il veicolo in fiamme e hanno dovuto utilizzare martelli e seghe elettriche per aprire le portiere, ma ogni tentativo di salvataggio è risultato vano. Il conducente è morto intrappolato nell’abitacolo.

Alcuni testimoni hanno riferito di “esplosioni” provenienti dal veicolo durante l’incendio. Quando le fiamme sono state domate, della berlina è rimasto solo il telaio carbonizzato.


Perché le portiere non si aprivano?

L’incidente ha sollevato nuovi interrogativi sulla sicurezza delle maniglie elettroniche adottate da Xiaomi. Il sistema, pensato per garantire un design aerodinamico e una chiusura automatica, potrebbe aver impedito l’apertura manuale delle portiere dopo l’impatto.

Xiaomi Auto sostiene che il sistema di blocco si disattiva automaticamente in caso di collisione, ma in questo caso — nonostante l’impatto e l’incendio — la portiera non si è sbloccata. Il problema ricorda un altro incidente mortale avvenuto a marzo, in cui tre occupanti persero la vita dopo la disattivazione del sistema di assistenza alla guida.


Crollo in Borsa: investitori allarmati

La reazione del mercato non si è fatta attendere. Le azioni Xiaomi Corp (HKG: 1810) sono precipitate fino all’8,7%, toccando quota 47,5 dollari di Hong Kong, il livello più basso da aprile. È stata la peggiore performance giornaliera del titolo da mesi e ha trascinato in calo anche l’indice Hang Seng Tech.

L’incidente arriva in un momento già delicato per l’azienda, che il mese scorso aveva richiamato oltre 116.000 modelli SU7 per aggiornare il software di assistenza alla guida in “scenari estremi”.


Il progetto Xiaomi Auto e la promessa di sicurezza

Il fondatore Lei Jun, attualmente impegnato nei test del nuovo modello Xiaomi YU9 nello Xinjiang, aveva più volte sottolineato la solidità del progetto SU7. Durante la conferenza di lancio, aveva descritto la tecnologia “CTB” (Cell-to-Body) come una delle più sicure al mondo, capace di resistere a temperature fino a 1000°C grazie a 17 strati di isolamento e materiali in aerogel.

Tuttavia, il tragico incidente di Chengdu rimette tutto in discussione: dagli standard di sicurezza alle scelte di design che privilegiano l’estetica sulla funzionalità in casi di emergenza.


Cosa rischia Xiaomi dopo l’incidente?

Il colosso cinese dovrà ora affrontare un’indagine ufficiale sulla dinamica dell’incidente, mentre l’opinione pubblica e i social cinesi chiedono maggiori garanzie per la sicurezza dei veicoli elettrici.

Se venisse confermato un malfunzionamento delle maniglie o del sistema di blocco, Xiaomi rischierebbe nuovi richiami di massa, danni d’immagine e ulteriori ripercussioni finanziarie in un settore già altamente competitivo.


Una vicenda che mette alla prova la fiducia nel marchio

La morte del giovane conducente ha colpito profondamente l’opinione pubblica cinese. L’episodio riporta l’attenzione su un tema delicato: quanto sono davvero sicure le auto elettriche intelligenti?

Tra batterie ad alta densità, software di guida autonoma e sistemi di chiusura digitali, ogni errore o ritardo di reazione può essere fatale.
Per Xiaomi, l’incidente di Chengdu rappresenta una prova durissima — non solo sul piano tecnico, ma anche su quello della fiducia del pubblico.

Di Renato Valdescala

Esperienza nello sport e nella cronaca locale con quotidiani salernitani dal 1990. Con il tempo si è dedicato alla cronaca estera analizzando i fatti di maggiore rilievo con spirito critico e irriverente. Si occupa anche di approfondimenti di cronaca nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *