Franco Bertolotti è stato investito sulle strisce a MilanoFranco Bertolotti è stato investito sulle strisce a Milano

Un’uscita per comprare il pane, poi la tragedia

Era uscito di casa come ogni mattina, con passo lento e abitudinario, per andare a comprare il pane nel suo quartiere, tra via Fratelli Bronzetti e via Macedonio Melloni, zona residenziale di Milano Est. In pochi secondi, la routine si è trasformata in tragedia.

Franco Bertolotti, 87 anni, viene investito sulle strisce pedonali da un furgone bianco. L’impatto è violento: il corpo viene proiettato sul parabrezza e scaraventato a diversi metri di distanza. L’autista non si ferma. Accelera e fugge, lasciando l’uomo sull’asfalto.


La corsa dei soccorsi e la morte al Policlinico

Sono le 11:55 quando scatta l’allarme. I sanitari dell’AREU arrivano in pochi minuti e tentano le prime manovre di rianimazione sul posto. Le condizioni dell’anziano appaiono subito disperate: politrauma, gravi ferite alla testa, battito quasi impercettibile. Viene trasportato d’urgenza al Policlinico, dove muore poco dopo.
A casa, lo aspettava la moglie, malata e non autosufficiente. Non lo ha più visto rientrare.


Indagini a tappeto: telecamere, testimoni, fuga all’estero?

La Polizia Locale di Milano ha subito avviato le indagini. Alcuni testimoni hanno parlato di un furgone bianco lanciato a velocità sostenuta. Le telecamere della zona – pubbliche e private – sono al vaglio: alcune immagini avrebbero ripreso il mezzo in fuga e potrebbero aver registrato anche la targa.

Le forze dell’ordine non escludono che il conducente possa aver tentato di far perdere le proprie tracce, forse spostandosi fuori città o persino oltre confine. La Procura indaga per omicidio stradale e omissione di soccorso, due reati gravissimi che prevedono pene superiori ai dieci anni.


Il quartiere sotto shock: “Non si può morire attraversando sulle strisce”

In via Bronzetti i residenti parlano sottovoce, scuotono la testa. È una strada trafficata, ma considerata sicura, sorvegliata da esercizi commerciali e frequentata da anziani e famiglie.
“Franco era gentile, riservato, sempre attento alla moglie malata” racconta una vicina. “Pensare che sia morto così, abbandonato in mezzo alla strada, è disumano”.
In molti chiedono più controlli, attraversamenti rialzati, autovelox. “Qui si corre troppo, servono regole più dure o altre vite saranno spezzate”.


Una città che si interroga sulla responsabilità

Quella di Franco Bertolotti non è solo una tragedia individuale. È il simbolo di una fragilità collettiva: pedoni che non si sentono al sicuro, conducenti che scappano, strade che diventano luoghi di morte.
Solo nella stessa giornata, a Milano, sono stati investiti altri quattro pedoni e un ciclista. Nessuno è grave come lui. Ma la sensazione è chiara: attraversare sulle strisce non basta più per sentirsi protetti.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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