Una puntata speciale: lo studio in piedi per Ornella Vanoni
Lo studio del Nove si alza in piedi, lungo, compatto, sulle note di “Domani è un altro giorno”. È così, con una standing ovation che sembra non finire mai, che si apre la puntata di Che Tempo Che Fa dedicata interamente a Ornella Vanoni, scomparsa a 91 anni. Sullo sfondo scorrono le immagini della cantante, mentre l’emozione diventa un unico filo conduttore che attraversa pubblico, ospiti e conduttori.
Fabio Fazio prende la parola visibilmente commosso. Non è un’apertura qualsiasi:
“Questa puntata non è come le altre. Il nostro cuore da due giorni è lì. Ornella è stata una di noi, abbiamo perso una compagna di giochi”.
Una definizione dolcissima, che restituisce l’essenza della Vanoni: presenza vivace, ironica, sorprendente, quasi indispensabile nel mondo affettivo della trasmissione.
Questa puntata non è come le altre: cercheremo di fare del nostro meglio, ma è una puntata totalmente dedicata a Ornella non solo per le cose che faremo, ma perchè il nostro cuore è da due giorni lì. Ornella è stata una di noi, abbiamo perso un compagno di giochi e giocare è… pic.twitter.com/YtO05Fff2a
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) November 23, 2025
Fazio: “Camminava sulla fune dell’ironia. Una lezione gigantesca”
Averla accanto in queste stagioni televisive significava poter contare su un equilibrio raro, quello tra il tragico e il comico. Fazio lo racconta con un’immagine bellissima:
“Avete presente gli equilibristi al circo che camminano sulla fune? Ornella ha camminato tutta la vita sulla fune dell’ironia, sospesa tra il tragico e il comico. L’ha percorso sorridendo. È una lezione gigantesca”.
Poi una confessione che spiazza:
“È molto faticoso questa sera, perché uno si guarda lì e pensa: ‘Adesso entra da lì…’”.
Come se l’assenza della Vanoni fosse troppo fresca per essere reale, troppo grande per essere accettata.
Littizzetto: “Mi stanno strappando la pelle. Ornella abbracciava per sostenere”
Luciana Littizzetto sceglie invece le parole del dolore puro, senza filtro:
“Devo dire che questo periodo mi sembra che mi strappino la pelle continuamente: prima Pippo, poi Peppe Vessicchio, le Kessler, Ornella… non c’è un cerotto abbastanza grande per coprire questi dolori”.
Una lista di lutti che si accumulano uno sull’altro. Ma quando parla di Ornella, la voce si fa più tenera:
“Lei ha amato a dismisura e ha abbracciato a più non posso. Amava abbracciare. Diceva che quello stringere sosteneva le persone che non erano abituate ad esserlo”.
Luciana sorride amaro mentre rievoca quei momenti. “Non posso dimenticarlo facilmente”, conclude. Perché gli abbracci di Ornella non erano semplici gesti: erano un modo per dire “ci sono”, per sostenere chi magari non aveva mai ricevuto quell’affetto.
#OrnellaVanoni ha masticato la vita a bocconi grossi ❤️🩹 @lucianinalitti #CTCF pic.twitter.com/3POYgbs9Xu
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) November 23, 2025
Una comunità televisiva ferita ma unita nel ricordo
La puntata scorre così, tra ricordi, sorrisi, lacrime e musica. Non ci sono forzature né artifici: c’è solo la verità di una perdita condivisa. La Vanoni non era un ospite qualunque: era parte di quella casa televisiva che negli anni ha costruito un immaginario comune.
Fazio lo ha ribadito:
“Abbiamo perso un compagno di giochi. Giocare è difficile adesso, ma lo faremo al meglio perché era anche il suo mestiere”.
Un omaggio rispettoso, tenero, che restituisce pienamente ciò che la Vanoni ha rappresentato: una donna libera, intensa, imperfetta e brillante, che ha attraversato il mondo dello spettacolo lasciando un’impronta profonda.
L’eredità di Ornella: ironia, profondità e un amore “a bocconi grossi”
Ornella Vanoni ha vissuto “a bocconi grossi”, come ricorda Littizzetto. Ha masticato la vita senza paura di sbagliare, facendo anche “delle briciole”, come ammetteva scherzando. Ma ha sempre amato. Ha sempre abbracciato. Ha sempre insegnato a prendere la vita con ironia, perfino nelle sue ombre.
E forse, è proprio questa l’eredità che la puntata vuole consegnare al pubblico: il sorriso come filo per attraversare il dolore.

