L’esibizione che apre il cuore del pubblico
Dopo le commoventi parole in memoria del fratello Evan, scomparso poche settimane fa in un incidente stradale Andrea Delogu è stata protagonista di un racconto intimo ed emozionate nella puntata di Ballando con le stelle di sabato 22 novembre. Prima della sua esibizione con Nikita Perotti – sulle note di Due Vite di Mengoni – la conduttrice ha scelto di raccontare un frammento essenziale della sua vita: i suoi primi dieci anni trascorsi nella comunità di San Patrignano. Un racconto intimo, autentico, che ha catturato il pubblico in studio e quello da casa, trasformando la pista da ballo in un luogo di memoria e verità.
Le radici a San Patrignano e un’infanzia diversa
“San Patrignano è una comunità di recupero che si è ingrandita negli anni fino a diventare la più grande d’Europa. Ci sono nata lì” – ha iniziato Delogu. I suoi genitori, Walfer Delogu e Titti Peverelli, erano ospiti della comunità e lì si erano conosciuti. In quel contesto, Andrea ha fatto i primi passi, ha detto le prime parole, ha giocato, ha costruito amicizie che, per lei, rappresentavano la normalità. Una normalità diversa, certo, ma piena di vita.
“Sono stata una bambina felice”: il racconto della comunità
Delogu ha descritto i suoi primi anni come un’esperienza ricchissima: “Ho trascorso dieci anni bellissimi. So che quello che vivevo lo vivevo con gli occhi di una bambina, ma mi sono resa conto crescendo che c’erano persone che entravano per salvarsi la vita, per uscire dalle dipendenze”.
La sua infanzia è stata “inusuale”, come lei stessa la definisce, ma anche piena di valori preziosi: “Ho imparato la condivisione. Non c’è una cosa che è mia, ma nostra. Mi fido tanto della gente. Poi mi proteggo, perché dentro sono budino, ma ho una corazza”.
Il distacco dal “mondo fuori” e le difficoltà della crescita
A dieci anni, Andrea ha lasciato la comunità per trasferirsi nel cosiddetto “mondo libero”, e lì si è accorta che la normalità che conosceva non esisteva altrove. “Ho dovuto imparare tante cose che non sapevo fossero necessarie”, ha spiegato.
Ha dovuto imparare a usare i soldi, ad attraversare la strada, a capire che gli amici non erano sempre a disposizione, che non ci si poteva fidare di tutti. La cosa più difficile? La solitudine: “Ero abituata a mangiare con duemila persone e ci siamo ritrovati in tre. Mi mancavano tanto i miei amici. mi sentivo sola”.
Il senso di colpa dei genitori, la gratitudine di Andrea Delogu
I genitori, nel tempo, le hanno confidato più volte di sentirsi in colpa per averla cresciuta in un ambiente così diverso da quello dei suoi coetanei. Ma Andrea Delogu ha chiarito a Ballando che lei non cambierebbe nulla.
“I miei genitori si sentono in colpa per non avermi fatto crescere come gli altri bambini, ma io mi sento tanto fortunata. In quel periodo ho imparato tantissimo. È stato bellissimo, è stata casa. Mi ha insegnato ad essere umana, ed è una cosa che non ha prezzo”.
“San Patrignano mi ha insegnato a essere umana”
Con queste parole, Delogu ha voluto rendere onore alla comunità che l’ha vista nascere: ai ragazzi che l’hanno cresciuta, ai volti che hanno condiviso con lei momenti di gioia e difficoltà. “Ci tenevo che lo sapessero”, ha concluso, rivolgendosi al pubblico e ai telespettatori.
Dal libro “La collina” alla televisione: una storia che continua
La storia di Andrea Delogu e delle sue radici non è nuova al grande pubblico. Nel 2014 l’ha raccontata con profondità e coraggio nel romanzo La collina, scritto insieme ad Andrea Cedrola. Oggi, attraverso la televisione, quel racconto vive una nuova vita: diventa testimonianza, diventa identità, diventa esempio di resilienza.

