Christopher Thomas LucianiChristopher Thomas Luciani

Ridotte le pene dalla Corte d’Appello per l’omicidio del 16enne ‘Crox’ a Pescara

La Corte d’Appello dell’Aquila ha emesso una sentenza che ha suscitato profondo sconcerto nella comunità e dolore nella famiglia di Christopher Thomas Luciani, il 16enne conosciuto come Crox, brutalmente ucciso a Pescara il 23 giugno 2024. La pena del principale imputato è stata ridotta da 19 a 16 anni di reclusione, mentre il secondo imputato ha visto la propria condanna scendere da 16 a 14 anni.

Ammessa la giustizia riparativa, la nonna: ‘Mio nipote non ha avuto sconti con le coltellate’

L’esclusione dell’aggravante della crudeltà e l’accettazione del percorso di giustizia riparativa hanno fatto discutere esperti e familiari. La notizia della riduzione delle pene è stata accolta con un forte sfogo emotivo dalla nonna di Crox, Olga Cipriano, presente in aula: “Abbiamo perso. Mio nipote non ha avuto sconti con le coltellate. Loro sì“, ha dichiarato, visibilmente scossa. Un dolore profondo che riflette la rabbia e il senso di ingiustizia percepito dalla famiglia: secondo gli avvocati Giacomo Marganella e Cecilia Ventura, “la perdita di una giovane vita per mano di coetanei non può essere tradotta in una pena così ridimensionata“.

Il debito e le ultime ore di Christopher

L’omicidio avvenne nel parco Baden Powell, nel cuore di Pescara, a seguito di un debito di soli 70 euro legato all’acquisto di sostanze stupefacenti. Crox, allontanatosi dalla comunità in cui viveva nel Molise, aveva utilizzato i soldi per trascorrere un fine settimana con amici in città. I due aggressori, stando alla ricostruzione dei giudici, lo hanno intercettato domenica 23 giugno intorno alle 11:41 tramite i social e lo hanno seguito fino al luogo dell’aggressione, infliggendogli 25 coltellate. Una violenza inaudita, che continuò anche quando il ragazzo era ormai a terra, morente.

Dopo l’omicidio, i due minorenni si recarono al mare con un gruppo di amici, gettando il coltello in acqua, mai ritrovato. La famiglia di uno degli accusati ha successivamente provveduto a un risarcimento economico ai familiari di Crox, ma questo gesto non ha alleviato il dolore dei parenti della vittima, che hanno definito la sentenza come una profonda ingiustizia.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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