La perizia della genetista Denise Albani
Ribaltoni, conferme, nuove indizi, perizie e un nuovo crocevia diciassette anni dopo il delitto di Chiara Poggi a Garlasco. L’analisi biostatistica condotta dalla genetista Denise Albani, esperta del Gabinetto di Polizia Scientifica e perita incaricata dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli, ha individuato una piena concordanza tra l’aplotipo Y trovato nel 2007 sotto due unghie della vittima e la linea paterna dell’indagato Andrea Sempio, amico d’infanzia del fratello di Chiara.
Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero, la comunicazione ufficiale è arrivata ieri via PEC ai consulenti delle parti e alla Procura. Una rivelazione destinata a cambiare il corso dell’incidente probatorio, e forse dell’intera inchiesta.
‘Piena concordanza sulla linea paterna‘
L’aplotipo Y è un marcatore genetico che si trasmette per linea maschile. Non identifica un singolo individuo, ma una ristretta cerchia di persone appartenenti allo stesso ramo paterno. Ed è proprio questo il punto cruciale:
quel profilo coincide perfettamente con la linea paterna di Sempio, ristretta a pochissimi soggetti.
La genetista Albani chiarisce che il DNA non è “identificativo” di un solo uomo, ma il contesto familiare al quale appartiene è estremamente delimitato. Nonostante le tracce non siano complete, l’esito complessivo è definito come di piena concordanza, un risultato che ribalta completamente quello stabilito nel passato.
Il ribaltamento scientifico: cosa non tornava nelle analisi del passato
Questo nuovo scenario va in netto contrasto con le conclusioni del genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis che undici anni fa contribuì alla condanna di Alberto Stasi.
De Stefano aveva scartato lo stesso DNA definendolo “non consolidato”, aprendo la strada anche alla prima archiviazione di Sempio nel 2017, richiesta dall’allora procuratore aggiunto Mario Venditti — oggi indagato per corruzione in atti giudiziari.
Le analisi di Albani, invece, mostrano che:
- le prove di laboratorio di allora furono condotte con campioni non omogenei
- nella sessione a 5 microlitri emerge comunque un aplotipo parziale misto
- i marcatori genetici identificati sono dodici, un numero sufficiente a fissare la concordanza in linea paterna
Pur non essendo un profilo completo, il risultato è considerato scientificamente significativo, tanto da riaprire un capitolo cruciale dell’inchiesta.
Le domande chiave: come è finito quel DNA sotto le unghie di Chiara?
La vera battaglia si giocherà il 18 dicembre, quando le parti discuteranno l’interpretazione della prova genetica.
La domanda centrale è una sola e determinante:
➡️ Quel DNA è arrivato lì per contatto diretto durante l’aggressione, oppure tramite trasferimento indiretto in un altro momento?
Due scenari divergenti, con conseguenze radicali:
- Contatto diretto durante il delitto
Indicherebbe la presenza attiva di Sempio sulla scena dell’omicidio negli ultimi istanti di vita di Chiara. - Trasferimento indiretto
Potrebbe derivare da un oggetto maneggiato da Sempio in un giorno precedente, vista la sua frequentazione della casa Poggi come amico di Marco.
Entrambe le parti si preparano a una delle udienze più delicate della storia giudiziaria del caso.
Un caso che non smette di mutare
L’esito della perizia definitiva, attesa a inizio dicembre, potrebbe segnare un nuovo punto di svolta. Il delitto del 13 agosto 2007 non ha mai smesso di generare dubbi, teorie alternative, errori investigativi e contraddizioni tecniche. E ora, una singola traccia biologica — dimenticata, rivalutata, rianalizzata — torna a parlare con voce nuova.
“Piena concordanza”: due parole che, dopo quasi vent’anni, potrebbero cambiare tutto.

