Leonardo Renzoni e Jacopo GambiniLeonardo Renzoni e Jacopo Gambini

L’incidente nel parcheggio: esclusi i giochi pericolosi

La dinamica del tragico incidente costato la vita a Jacopo Gambini e Leonardo Renzoni, entrambi adolescenti, resta sotto la lente degli inquirenti. Lo scontro avvenuto lo scorso settembre in uno dei grandi parcheggi della zona industriale di Pisa, tra l’Ikea e i cantieri navali lungo l’Aurelia, continua a sollevare interrogativi. Ma un punto sembra ormai chiarito: non stavano facendo giochi pericolosi con le moto.

Secondo i primi accertamenti della polizia municipale, supportati dal lavoro dei periti, è probabile che uno dei due ragazzi stesse già percorrendo l’area di sosta, mentre l’altro vi sarebbe entrato proprio in quel momento, trovandosi improvvisamente davanti l’amico in moto. Un impatto improvviso, violentissimo, senza manovre azzardate o riprese con microcamere, ipotesi quest’ultima mai confermata dalle testimonianze raccolte.

La notte del dramma e il pronto soccorso sotto choc

Quella sera, al pronto soccorso dell’ospedale di Cisanello, si consumò una scena straziante. Decine di amici dei due ragazzi arrivarono sotto choc, incapaci di ricostruire con lucidità cosa fosse accaduto. Jacopo Gambini morì praticamente sul colpo: i sanitari lo soccorsero a lungo sul posto, ma capirono subito che non c’era nulla da fare.

Diversa, almeno inizialmente, sembrò la sorte di Leonardo Renzoni, 16 anni, trasportato in condizioni disperate in rianimazione. Il suo cuore, però, si fermò dopo alcuni giorni di agonia. Ma proprio qui inizia la tragedia nella tragedia.

Lo scambio di persona: 48 ore di veglia davanti al letto sbagliato

Per un drammatico errore, nelle ore successive all’incidente si verificò uno scambio di persona. I genitori di Jacopo Gambini rimasero per 48 ore a vegliare Leonardo Renzoni, convinti che fosse il loro figlio. Nel frattempo, Jacopo era già all’obitorio, senza che ci fosse stato un riconoscimento ufficiale.

Solo successivamente, dal controllo del gruppo sanguigno del giovane ricoverato in rianimazione, anche i sanitari iniziarono ad avere sospetti. Nella concitazione di quella notte terribile, qualcuno avrebbe confuso i riferimenti, nonostante – emerge dagli atti – i documenti compilati dai mezzi di soccorso risultassero corretti. L’errore, dunque, non sarebbe avvenuto sul luogo dell’incidente, ma all’arrivo in ospedale.

La denuncia dei genitori: “Vogliamo sapere di chi è la responsabilità”

Ora i genitori di Jacopo Gambini chiedono risposte. Assistiti dall’avvocato Nicola Tamburini, hanno presentato una denuncia querela per accertare eventuali responsabilità dell’Azienda ospedaliera pisana e individuare chi abbia avuto un ruolo nella mancata identificazione iniziale della salma e nello scambio tra i due studenti.

L’ospedale di Cisanello, fin dalle prime ore, aveva precisato che la gravità estrema delle ferite aveva reso difficoltosa l’identificazione, assicurando piena collaborazione con l’autorità giudiziaria. Ma per le famiglie questo non basta. L’indagine dovrà ora chiarire se l’errore fosse evitabile e chi ne debba rispondere.

Una ferita aperta che chiede verità

Due giovani vite spezzate in un attimo e un errore che ha moltiplicato il dolore. A Pisa resta una ferita aperta, che non riguarda solo la dinamica dell’incidente, ma anche ciò che è accaduto dopo. Perché, quando la tragedia colpisce, anche la verità diventa una forma di giustizia.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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