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Anna Safroncik a Verissimo dopo aver riabbracciato il papà: ‘Russi e ucraini non si vogliono uccidere, eravamo fratelli’

“Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho riabbracciato papà”. Anna Safroncik ha raccontato a Verissimo i suoi giorni da incubo da quando i russi hanno invaso l’Ucraina. “Non pensavo che potesse accadere di nuovo dopo Chernobyl e della Perestroika. Speravo di non dover vivere più questo scempio ed invece ci siamo con la gente che scappa e non sa dove andare. Almeno ho questa gioia di avere mio padre e la moglie a casa “. L’attrice ha spiegato che il papà, professore universitario a Kiev, non volesse partire inizialmente.

Anna Safroncik: ‘Papà temeva di morire durante il viaggio per il freddo’

“Ho parlato con Giulio Berruti che mi ha suggerito di farlo partire. Mi ha detto dammi una settimana perché pensava ai suoi studenti ed agli esami ma poi tutto è scoppiato all’improvviso. Aveva paura di lasciare la casa e poi temeva il freddo. Mi ha detto preferisco morire in un attimo per una bomba che in tre giorni di polmonite ed ha rischiato tanto perché è stato al gelo per quattro ore” – ha precisato l’attrice sottolineando che a Kiev la notte si congela in quanto si arriva fino a -15 gradi. “É partito il lunedì all’alba dopo il coprifuoco il week end e ci sembrava l’unico giorno sicuro dopo ore dove si sparava ovunque. Quando è arrivato alla stazione ha dovuto attendere tantissimo tempo perché c’era la precedenza per donne e bambini. Poi gli hanno detto che non poteva portare i bagagli perché c’era posto per una sola persona”.

L’infinita attesa alla stazione: ‘Dai 18 ai 60 anni arruolano tutti’

Un viaggio lunghissimo e i meticolosi controlli alla dogana. “C’erano anche tanti stranieri ma soprattutto controllavano gli ucraini perché dai 18 ai 60 anni arruolano tutti. Non è vero che fanno eccezioni, come racconta qualcuno. Prendono proprio tutti, papà ha 70 anni e quindi era esentato” – ha aggiunto Anna Safroncik che ha aggiunto che la scuola che frequentava a Kiev è andata distrutta. “Ho ancora tanti parenti lì, cugini, zii ed amici e spesso torno lì”. Già ma l’orrore della guerra, i continui attacchi russi non le facevano dormire sonni tranquilli. “Sono avvilita, non intravvedo la luce. Anche papà, di solito forte, era terrorizzato”.

‘Distrutta la mia scuola, ci hanno reso nemici con la propaganda’

Kiev è come Milano, tanti miei amici ucraini vengono a trovarmi in Italia. Tutto è cambiato in poco tempo. Tutte le persone che conosco parlano russo, molti ucraini hanno conoscenti sul confine. Russi e ucraini non si vogliono combattere” – ha affermato l’attrice”. Fin quando sono stata lì, nel 1992, eravamo uniti come fratelli. Si andava da Kiev a Mosca come da Roma a Milano. Vedere che in tutti questi anni ci hanno reso nemici con la propaganda, con tutto questo schifo, io non lo accetto”.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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