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Arthur torturato e ucciso a 6 anni, padre e matrigna ritenuti colpevoli: ricostruita l’escalation dell’orrore

Il piccolo Arthur Labinjo-Hughes è morto ad appena 6 anni al termine di un’escalation di soprusi e torture degne di un film horror consumatesi in un appartamento di Solihull, nelle Midlands occidentali (Inghilterra). Una vicenda che ha indignato il Regno Unito e per la quale sono finiti a processo il padre e la matrigna. Un processo, per le crudeltà compiute dalla coppia nei riguardi del bambino, che ha avuto un grande risalto mediatico. Emma Tustin, 32 anni, è stata ritenuta colpevole di omicidio mentre per Thomas Hughes, 29 anni, è stato condannato per omicidio colposo.

Segregato per 14 ore e costretto a dormire sul pavimento senza mangiare

Il bambino è stato segregato per 14 ore al giorno e costretto a dormire sul pavimento con gli amanti dell’orrore che hanno dato vita a quella che dal punto di vista medico viene definita “tortura infantile”. Il verdetto è stato pronunciato dopo oltre 6 ore e mezzo di camera di consiglio. Su richiesta della giuria è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare il piccolo.

La mamma di Arthur, Olivia Labinjo-Halcrow, ha reso omaggio al figlio dalla sua cella di prigione dove sta scontando una condanna per aver accoltellato a morte il suo amante. “Arthur era la luce della mia vita. Non era solo il mio unico figlio, era il mio migliore amico. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato portato via da questo mondo così presto nella sua vita. Il super potere di Arthur era il suo sorriso”.

Ritrovato con lividi e lesioni su tutto il corpo: l’incubo è iniziato quando il padre si è trasferito dalla compagna

Il corpo di Arthur Labinjo-Hughes era diventato fragile e scheletrico. É stato ritrovato coperto da 130 lividi con il corpo che presentava 93 lesioni tra testa, braccia, gambe, piedi e busto. In modo agghiacciante, gli ultimi mesi di vita del bambino di sei anni sono stati catturati in strazianti clip audio e registrazioni fatte da Tustin e Hughes.

In una registrazione di 23 secondi si lamentava: “nessuno mi ama” e “nessuno mi darà da mangiare”. Le riprese video hanno mostrato anche Arthur ore prima di morire svegliandosi sul pavimento del soggiorno. Si diceva che il bimbo fosse così fragile che riusciva a malapena a raggiungere il suo letto. Era stato affidato alle cure di suo padre dopo che sua madre era stata incarcerata per 18 anni per aver accoltellato a morte il suo ragazzo.

L’incubo di Arthur è iniziato quando il genitore si è legato sentimentalmente a Tustin e si è trasferito da lei. Da quel momento sono iniziate le sevizie e le torture e non è bastato l’allarme lanciato dai nonni che avevano anche allertato i servizi sociali per mostrargli le foto di alcuni lividi presenti sul corpo del bambino. “Non li hanno voluti vedere”. Due mesi dopo, nel giugno dello scorso anno, Arthur ha subito una “lesione cerebrale irreversibile”.

Arthur era costretto a dormire sul pavimento

Le torture della coppia dell’orrore: Emma Tustin e Thomas Hughes ritenuti colpevoli

Durante il processo I giurati hanno visionato la straziante clip della matrigna che entrava in un McDonald’s con Arthur lasciato in un corridoio per 14 ore senza cibo. Inoltre è stato fatto ascoltare un audio il piccolo affermava che il padre prima o poi l’avrebbe gettato dalla finestra.

Hughes ha anche strappato la sua amata maglia da calcio del Birmingham City e gli ha fatto indossare una tutina soffocante per giorni durante un’ondata di caldo. Inoltre i medici hanno scoperto che aveva più di sei cucchiai di sale nel suo sistema – il livello più alto che un medico avesse mai visto.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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