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Attentato Mosca, le testimonianze choc dei superstiti di Crocus City Hall: ‘Mi sono finta morta’

Orrore, caos e confusione. É quanto emerge dai racconti dei sopravvissuti che hanno vissuto ore di angoscia inimmaginabile dopo l’attacco al Crocus City Hall a Mosca con decine di morti rivendicato dall’Isis.

I superstiti del Crocus City Hall: ‘Inizialmente ho pensato all’esplosione di petardi’

Molti spettatori hanno interpretato il frastuono che fa da sottofondo al concerto con “una specie di esplosione di petardi”. Poi però Sofiko Kvirikashvili si rende conto che la realtà è un’altra quando “tutti nella sala iniziano a scappare in tutte le direzioni”. Non meno drammatica la testimonianza di Evgenia, figlia del noto cosmonauta Valery Ryumin. “Eravamo all’ingresso e ho visto tre terroristi”. Poi sono iniziati gli spari ed è stato un fuggi-fuggi. La ragazza descrive così a Izvestia i momenti che hanno preceduto l’assalto.

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La giovane, che inizialmente era stata inserita nell’elenco delle vittime, ha confermato che la sparatoria ha avuto inizio proprio all’ingresso della struttura, dove venivano controllati i biglietti dei concerti ma di non avere capito immediatamente quello che stava accadendo e di essersi messa a correre cercando rifugio. In quei momenti concitati Evgenia ha raccontato di avere perso passaporto, patente e borsa, motivo per cui è stata inizialmente inserita tra le vittime.

La figlia del cosmonauta Valery Ryumin: ‘Ho perso documenti e borsa nella fuga e mi hanno inserito tra le vittime’

La giovane ha poi detto di avere provato a chiamare la linea di emergenza ma che era sempre occupata, sottolineando però di non avere avuto bisogno di aiuto. Al Guardian parla invece Arina, una psicologa clinica di Mosca: “Siamo entrati nella sala e ci siamo seduti proprio al centro. Ad un certo punto abbiamo sentito un forte scoppio provenire dall’esterno della stanza e abbiamo pensato che facesse parte del concerto”. Ma la realtà era invece un’altra.

“Ad un certo punto abbiamo capito che qualcosa non andava e ci siamo accorti che c’erano state delle sparatorie. C’era un uomo in tuta mimetica con in mano una pistola automatica… Allora ci siamo sdraiati a terra, ho guardato accanto a me e ho visto molte persone ferite coperte di sangue” – ha detto la donna. Tra gli altri racconti del terrore c’è quello di una donna con la figlia di 11 anni che stava comprando un gelato in un bar vicino all’ingresso quando ha sentito i rumori e qualcuno ha gridato di sdraiarsi sul pavimento.

Arina: ‘Ci siamo sdraiati a terra ed abbiamo fatto barricate con i tavoli’, un’altra superstite: ‘Sono caduta e mi sono finta morta’

“Ci siamo precipitati dai bambini, ci siamo sdraiati e abbiamo cominciato a fare barricate con tavoli e sedie, e diversi feriti sono accorsi verso di noi” – ha rivelato alla Bbc Russia. Altri testimoni hanno raccontato che oltre ai bambini c’erano anche degli anziani, tutti coinvolti nell’attacco. “Gli aggressori erano lì all’uscita. Ci siamo alzati e abbiamo iniziato a camminare. Ci hanno visto. Alcuni di loro sono tornati indietro e hanno iniziato a sparare alle persone. Sono caduta a terra e ho fatto finta di essere morta” – ha scritto su Instagram una donna.

“La ragazza accanto a me è stata uccisa. Poi le fiamme sono divampate e hanno chiuso la porta. Ero stesa e respiravo sotto la porta. Dopo un po’ sono strisciata fuori, mi sono guardata intorno, c’era fumo ovunque e ho strisciato verso l’uscita”.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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