Andrea SempioAndrea Sempio

Andrea Sempio ha ribadito a Chi l’ha visto, l’intervista completa andrà in onda nel corso della puntata del 22 ottobre, che lo scontrino del parcheggio di Vigevano è suo dopo che nelle ultime ore un super testimone aveva smontato questa tesi.


Lo scontrino di Vigevano: prova di innocenza o falso alibi?

Per Sempio, intervistato da Chi l’ha visto?, non ci sono dubbi:

“Sì, certo, lo scontrino l’ho preso io. Non c’è alcun dubbio”, ha dichiarato davanti alle telecamere.

Secondo la sua versione, la mattina del 13 agosto 2007 si trovava a Vigevano per comprare un libro, non a Garlasco. Il biglietto del parchimetro dimostrerebbe che si trovava altrove, lontano dalla scena del crimine.

Ma i magistrati non sono convinti. Il nuovo fascicolo aperto dalla Procura di Pavia sta valutando ogni centimetro di quella storia, soprattutto dopo una rivelazione destinata a cambiare tutto.


Il super testimone: “Lo scontrino non è suo”

Secondo quanto riportato da Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa, un super testimone avrebbe dichiarato ai carabinieri che quello scontrino è stato consegnato a Sempio e che non lo avrebbe mai ritirato personalmente alle 10:18 dal parchimetro di piazza Sant’Ambrogio a Vigevano.

Se questa testimonianza fosse confermata, crollerebbe l’intero alibi di Sempio, aprendo scenari investigativi devastanti. Gli inquirenti stanno vagliando la credibilità del nuovo testimone e cercando i collegamenti con i fatti del 2007.


La difesa: “È solo un indizio, niente di più”

A mettere i paletti è l’avvocato Liborio Cataliotti, legale di Andrea Sempio:

“Questo scontrino, quand’anche fosse un alibi, è un mero indizio. Non una prova. Il clamore che si sta creando ha scarso valore probatorio”.

La difesa ribadisce che nel 2008 Sempio non era nemmeno indagato e che il tagliando del parcheggio fu consegnato ai carabinieri da sua madre “per scrupolo”, dopo averlo conservato per un anno.


‘Mi hanno chiesto lo scontrino un anno dopo’

La riapparizione di Sempio in TV non è un dettaglio da poco. A Chi l’ha visto? ha ribadito la sua innocenza e la sua versione:

“Se lo scontrino avesse destato sospetti allora, le autorità avrebbero controllato le telecamere. Ma mi hanno chiesto quel documento un anno dopo, e i video non c’erano più”.

Parole amare che denunciano vuoti investigativi pesanti come macigni.


Il nodo giuridico: Pavia o Brescia?

Nel frattempo, sul piano legale si apre un’altra battaglia: quale procura dovrà continuare l’indagine? L’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore Mario Venditti (coinvolto in un altro filone legato al caso), ha proposto il trasferimento a Brescia. Ma Cataliotti replica secco:

“Il giudice naturale è Pavia. Noi non scappiamo da nessuno”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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