Matteo FornerMatteo Forner

Una tragedia sul lavoro sconvolge Castelcucco

Un’intera comunità è sotto shock per la morte di Matteo Forner, 44 anni, rimasto schiacciato in una pressa all’interno dell’azienda agricola di famiglia “Pat del Colmel” a Castelcucco, in provincia di Treviso.
L’incidente è avvenuto venerdì 10 ottobre, intorno alle 19:45, in via Costeselle, mentre l’uomo stava svolgendo alcune operazioni di pulizia del macchinario utilizzato per torchiare l’uva.

Secondo una prima ricostruzione, la pressa si sarebbe azionata improvvisamente, intrappolando il collo dell’uomo e impedendogli ogni possibilità di salvezza. Inutili i tentativi dei soccorritori: il personale del SUEM 118 giunto sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso.


I soccorsi e l’intervento delle autorità

Sul luogo della tragedia sono immediatamente intervenuti i Vigili del Fuoco di Montebelluna, i Carabinieri della Compagnia di Castelfranco Veneto e gli ispettori dello SPISAL (Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) dell’ULSS 2 Marca Trevigiana.

Le forze dell’ordine hanno avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica e verificare il corretto funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario.
La Procura di Treviso ha già disposto l’apertura di un fascicolo d’indagine e il sequestro della pressa, che verrà esaminata da tecnici specializzati per stabilire le cause del malfunzionamento.

«Siamo di fronte a una tragedia terribile che colpisce non solo una famiglia, ma un’intera comunità», ha dichiarato un investigatore presente sul posto.


Chi era Matteo Forner: il ricordo di un uomo stimato

Matteo Forner non era solo un lavoratore esperto, ma anche una figura molto conosciuta e apprezzata nel territorio.
Eletto nel 2022 come consigliere comunale, si era distinto per l’impegno civico e per la passione con cui partecipava alla vita pubblica del paese.
Figlio del titolare dell’azienda agricola, viveva a Castelcucco e contribuiva quotidianamente alla gestione delle attività familiari legate alla viticoltura.

Amici e colleghi lo ricordano come una persona «disponibile, generosa e sempre pronta a dare una mano».
«Matteo era il cuore dell’azienda e una presenza costante in paese – racconta un conoscente – non si tirava mai indietro, né sul lavoro né per la comunità».


Indagini in corso: si ipotizza un guasto o un errore umano

Le prime verifiche condotte dai tecnici dello SPISAL e dai Carabinieri puntano a stabilire se la macchina sia partita accidentalmente a causa di un guasto elettrico o di un’anomalia meccanica, o se l’incidente sia stato determinato da una manovra involontaria.

Non si esclude che Forner stesse effettuando un intervento di manutenzione o pulizia, operazioni particolarmente rischiose se i sistemi di sicurezza non sono completamente disattivati.
Gli ispettori hanno raccolto le testimonianze dei familiari e dei colleghi presenti, mentre nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia sul corpo della vittima.


Lutto cittadino e dolore collettivo

La notizia ha scosso profondamente la comunità di Castelcucco.
Il sindaco ha espresso cordoglio a nome di tutta l’amministrazione comunale, annunciando che nei prossimi giorni verrà proclamato il lutto cittadino in concomitanza con i funerali. Il 44enne lascia i genitori Lino e Gabriella, un figlio di 15 anni, il fratello Roberto e una sorella.

Sui social decine di messaggi ricordano Matteo come «una persona perbene, sempre con il sorriso, amante del lavoro e della sua terra».
Molti cittadini si sono recati davanti all’azienda agricola per lasciare fiori e candele in segno di vicinanza alla famiglia.


Un’altra vittima del lavoro: la sicurezza ancora sotto i riflettori

L’incidente di Castelcucco riporta drammaticamente l’attenzione sul tema delle morti bianche, una piaga che continua a colpire lavoratori in ogni settore.
Solo in Veneto, secondo i dati INAIL, nei primi mesi del 2025 si contano decine di vittime, spesso in contesti agricoli o industriali di piccola scala, dove la manutenzione delle macchine rappresenta una fase ad alto rischio.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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