Il ritrovamento e le prime ore drammatiche
Diana Canevarolo, 49 anni, è stata trovata in fin di vita il 4 dicembre all’alba nel cortile della sua abitazione di via Zara a Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza. La donna, distesa in una pozza di sangue e in stato di ipotermia, è stata immediatamente soccorsa dal compagno Vincenzo Arena e trasportata al San Bortolo. Nonostante le manovre di rianimazione, è deceduta due giorni dopo, lasciando la famiglia e la comunità sconvolta.
Autopsia: ferite sospette e primi riscontri
L’autopsia, durata oltre sei ore e svolta dall’anatomopatologa Giovanna Del Balzo, ha rivelato una profonda ferita sulla parte sinistra bassa del cranio e una lesione al collo, elementi che escluderebbero l’ipotesi di una caduta accidentale. Secondo il legale della famiglia, Cesare Dal Maso, la donna potrebbe essere stata vittima di un’aggressione violenta, anche se al momento non si esclude alcuna dinamica. Il referto finale sarà depositato entro sessanta giorni, ma le evidenze raccolte hanno già spinto la Procura a valutare l’apertura di un fascicolo per omicidio contro ignoti.
Il fratello di Diana: ‘Con il compagno separati in casa’, la testimonianza del figlio
Il figlio di Diana Canevarolo, Nicolò, 18 anni, ha ricostruito i drammatici momenti della notte del 4 dicembre. Racconta che la madre era solita uscire a fumare prima di dormire, e quella notte sarebbe uscita intorno alle 2.00. Il ragazzo, intervenuto immediatamente, ha tentato il massaggio cardiaco e il controllo del respiro prima dell’arrivo dell’ambulanza intorno alle 5.30. Nicolò segnala anche la possibilità di una pista legata a ladri avvistati giorni prima nel cortile, pur ammettendo che non si hanno conferme concrete.
Il fratello di Diana, intervistato nella trasmissione Dentro la Notizia su Canale 5 dell’11 dicembre, ha rivelato un particolare sul compagno: «Erano separati in casa, lo so io ma anche le amiche. Litigio? Cose normali, non era violento. Non andavano d’accordo e dormivano separati. Una volta sono intervenuto, lei aveva paura. Magari voleva andare via di casa e lui non voleva».
Indagini e videosorveglianza
Le indagini, affidate alla Squadra mobile della questura di Vicenza e coordinate dal vice questore Lorenzo Ortensi, stanno procedendo a 360 gradi. Gli investigatori stanno analizzando i cellulari della vittima, del compagno e del figlio, oltre alle immagini delle telecamere di sorveglianza installate nella zona. Lo scopo è chiarire se qualcuno possa aver assistito alla scena o se l’aggressione sia avvenuta senza testimoni diretti.
Le testimonianze dei vicini e il contesto
Un vicino ha riferito di aver udito urla provenire dalla strada prima del ritrovamento del corpo, pronunciate da una voce maschile. Altri testimoni stanno fornendo dettagli sui movimenti della donna nelle ore precedenti la tragedia. La comunità locale è sconvolta, mentre la famiglia cerca risposte nel pieno rispetto del dolore.
Il futuro delle indagini
Con l’autopsia che esclude la caduta accidentale e le ferite compatibili con un’aggressione, la Procura potrebbe aprire un fascicolo per omicidio contro ignoti già nelle prossime ore. La combinazione di testimonianze, telecamere e analisi dei dispositivi digitali sarà determinante per chiarire le circostanze della morte e individuare eventuali responsabili.

