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Funerali Giulia Cecchettin, papà Gino commuove e fa riflettere: ‘Difendere il patriarcato non aiuta’

Parole che hanno toccato il cuore ma soprattutto hanno alimentato nuovi spunti di riflessione. L’intervento di  Gino Cecchettin al termine del funerale della figlia Giulia, celebratosi martedì 5 dicembre, è stato accompagnato da un lungo applauso. Poi ha abbracciato e stretto forte i due figli nel momento in cui è tornato al primo banco della Basilica di Santa Giustina a Padova.

La folla all’esterno della Basilica di Santa Giustina di Padova

Al termine del funerale di Giulia Cecchettin il commovente messaggio del papà

“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti” – ha evidenziato il papà di Giulia Cecchettin uccisa l’11 novembre a Vigonovo dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

“Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti” – ha aggiunto Gino Cecchettin.

‘Oltre alla laurea che si è meritata, Giulia si è guadagnata ad honorem il titolo di mamma’

“Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle; invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi, fino a perdere la loro libertà, prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo. Com’è può essere successo a Giulia ? Ci sono tante responsabilità ma quella educativa coinvolge tutti. Mi rivolgo per primi agli uomini: per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere”.

Durante l’intervento ha chiamato in causa anche gli organi di informazione. “Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti”. Poi si è rivolto agli uomini. “Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali”.

Filippo Turetta potrà vedere in tv la diretta del funerale di Giulia Cecchettin

Il papà di Giulia ha poi rivolto un appello alle istituzioni. “Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo”.

Gino Cecchettin

‘Alle istituzioni chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare il flagello della violenza di genere’

Poi il ringraziamento a chi è stato vicino alla famiglia in questi drammatici giorni. “Abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili”. E poi il commovente addio alla figlia.

“Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano”.

L’ultimo saluto a Giulia: ‘Grazie per questi 22 anni vissuti insieme’, all’uscita gli 8 mila presenti fanno rumore come chiesto dal papà

All’uscita del feretro dalla chiesa di Santa Giustina a Padova, gli 8 mila presenti alle esequie hanno accolto la richiesta dei familiari di Giulia di fare il minuto di rumore, per non restare indifferenti davanti al femminicidio. Grida, i campanelli e le chiavi scosse verso il cielo hanno commosso Gino Cecchettin che si è stretto in un abbraccio con i figli Elena e Davide.

I presenti hanno fatto rumore con le chiavi e con i campanelli all’uscita del feretro di Giulia Cecchettin
Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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