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Google e AI Overviews: cos’è cambiato

Google ha ufficialmente integrato AI Overviews nel suo motore di ricerca: una funzione basata su intelligenza artificiale generativa che fornisce risposte sintetiche e automatiche direttamente nella SERP, sopra i tradizionali link organici. È una delle più grandi trasformazioni del search engine degli ultimi vent’anni e sta già modificando radicalmente il comportamento degli utenti e le strategie di visibilità online.

Questa tecnologia, evoluzione della Search Generative Experience (SGE), è già attiva negli Stati Uniti e presto si estenderà ad altri mercati. I risultati di ricerca ora includono box riassuntivi creati dall’IA, che rispondono a domande complesse senza che l’utente debba più cliccare su un sito web.


Cosa sono gli AI Overviews?

Gli AI Overviews sono snippet avanzati generati da modelli di intelligenza artificiale di Google (Gemini), progettati per rispondere a query complesse integrando più fonti affidabili. Offrono paragrafi sintetici, elenchi, tabelle e persino grafici, seguiti da link alle fonti consultate dall’algoritmo.

Questo significa che l’utente può ricevere risposte complete senza cliccare su nessun risultato. In molti casi, il traffico verso i siti web da parte di Google potrebbe diminuire in modo significativo, con impatti evidenti per editori, blogger, e-commerce e aziende digitali.


Come cambia la SEO tradizionale?

Con l’arrivo degli AI Overviews, la SEO non è più soltanto una questione di posizionarsi tra i primi dieci risultati. Diventa piuttosto un tema di “inclusione nella risposta dell’IA”. In altre parole: se il tuo contenuto viene riconosciuto dall’algoritmo come autorevole e rilevante, potresti essere citato all’interno dell’overview. Al contrario, anche un sito in prima posizione potrebbe essere completamente ignorato, se non è considerato utile per la risposta sintetica.

Le conseguenze principali per la SEO sono:

  • Diminuzione del CTR (click-through rate) anche per i primi risultati organici.
  • Maggiore importanza del contenuto di alta qualità, strutturato e ottimizzato per rispondere a domande specifiche.
  • Necessità di adattare i contenuti a query conversazionali e long tail.
  • Riduzione del traffico da Google, soprattutto per i siti informativi generalisti.

L’impatto sugli editori: meno clic, meno entrate?

Gli editori sono tra i soggetti più esposti a questo cambiamento. I contenuti giornalistici, divulgativi o di servizio vengono spesso utilizzati da Google per alimentare le risposte dell’IA, senza che venga restituito traffico proporzionale.

Molti editori internazionali hanno già espresso preoccupazione: se Google usa i loro contenuti per rispondere alle domande degli utenti senza farli atterrare sui siti originali, si riducono le entrate pubblicitarie e la sostenibilità del modello editoriale.

In Francia e Germania alcune testate stanno valutando accordi di licenza o l’uso di strumenti come robots.txt e meta tag per limitare l’uso dei contenuti da parte dei modelli di AI generativa.


Le aziende e il marketing: nuove sfide, nuove opportunità

Per le aziende, soprattutto nel settore e-commerce e B2B, AI Overviews rappresenta un’opportunità e un rischio. Se un prodotto, un brand o una guida informativa viene inclusa negli AI snippets, il guadagno in termini di visibilità e autorevolezza è enorme.

Tuttavia, la competizione diventa più difficile: l’algoritmo non si limita a premiare la SEO tecnica, ma anche l’affidabilità del dominio, l’utilità del contenuto e la chiarezza espositiva.

Nascono nuove domande:

  • Come essere presenti negli AI Overviews?
  • Come misurare il ritorno se gli utenti non cliccano?
  • Come difendere il proprio contenuto dall’uso non tracciabile?

Alcuni brand stanno già sperimentando strategie di ottimizzazione per l’AI, tra cui:

  • Riscrittura dei contenuti in stile “Q&A”
  • Strutturazione semantica perfetta (schema.org, dati strutturati)
  • Produzione di contenuti originali, testuali e multimediali

Verso una nuova era del search

L’introduzione dell’IA generativa in Google non è un aggiornamento qualsiasi: è l’inizio di una nuova era del search, dove la pagina dei risultati non è più una lista di link, ma un assistente cognitivo che risponde, spiega, suggerisce e, spesso, sostituisce il click.

Chi lavora nella SEO, nell’editoria, nel content marketing o nel digital advertising dovrà ripensare strategie, metriche e strumenti. Il futuro sarà sempre più centrato su:

  • Autorevolezza del brand
  • Specializzazione verticale
  • Esperienza utente (UX) anche senza visita
  • Monitoraggio dell’impatto dell’AI sul traffico

Impatti diretti su editori e aziende

  • Calo di clic: Meno traffico per chi produce contenuti, con ripercussioni dirette su pubblicità e monetizzazione.
  • Più competizione sulla visibilità: Chi non è citato negli snippet AI, rischia di sparire dalle prime pagine.
  • SEO tecnica rivoluzionata: I vecchi criteri SEO (parole chiave, link building) non bastano più. Serve contenuto strutturato e semantico.

Cosa devono fare editori e brand

  1. Investire nella qualità: Testi affidabili, verificati, firmati. L’IA di Google privilegia contenuti autorevoli.
  2. Markup semantico: Usare dati strutturati e schema.org per aiutare l’AI a comprendere meglio il contenuto.
  3. Diversificare il traffico: Non dipendere solo da Google. Newsletter, social e app proprietarie diventano fondamentali.

Un nuovo ecosistema: tra rischi e opportunità

L’intelligenza artificiale generativa apre anche nuove strade:

  • Content automation (testi, schede prodotto, riassunti)
  • Customer service AI-powered
  • Interfacce conversazionali integrate nei siti

Ma l’equilibrio tra visibilità e controllo editoriale è fragile. Chi produce contenuti originali oggi deve lottare per non diventare una semplice “fonte” per chatbot e overview AI. L’AI generativa non cancella la SEO, ma la trasforma. Diventa più invisibile, più complessa e più legata al valore reale che un contenuto offre all’utente. Per restare visibili nel nuovo ecosistema dominato da AI Overviews, sarà fondamentale investire su qualità, reputazione e innovazione.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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