Il caso di Liliana Resinovich, scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita nel gennaio successivo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, torna sotto i riflettori dopo il sequestro di ulteriori coltelli appartenuti a Sebastiano Visintin, marito della donna e ora formalmente indagato per omicidio volontario.
Visintin: “Io non c’entro. Se ci sarà un processo, mi difenderò”
In un’intervista rilasciata a Telequattro, Visintin si è detto estraneo alla morte della moglie e ha commentato così le ultime novità giudiziarie:
«Sono sereno, non ho niente a che fare con la morte di Liliana. Vivo alla giornata. Se un giorno ci sarà un processo, sono pronto a difendermi in tribunale. Non ho nulla da temere».
Le parole di Visintin arrivano mentre gli inquirenti, coordinati dalla pm Ilaria Iozzi, continuano a indagare sul contesto domestico e psicologico in cui si inserisce la vicenda. “La mia vita è stata stravolta – ha aggiunto – ma non mi nascondo. Sto affrontando tutto con dignità. sono felice di essere qua a Trieste, ho trovato una città meravigliosa; sono venuto qua nel 1995. Tutto ciò è devastante. Dicevano addirittura che ero scappato, ma i miei avvocati sapevano dove ero. Non parlatemi di Sterpin? Non ce l’ho con lui ma ognuno è libero di dire quello che vuole” – ha spiegato il marito di Lilly. Chi è dunque il colpevole? “Non voglio parlare di chi è stato” a uccidere Liliana, “ci sono gli avvocati per questo”,
I nuovi coltelli sequestrati: donati due anni fa a un amico in Toscana
I tre coltelli sequestrati in questi giorni non si trovavano nella casa di Visintin a Trieste, ma in Toscana, presso un conoscente dell’indagato. L’uomo ha contattato spontaneamente la Procura dopo aver appreso dai media dei sequestri già avvenuti l’8 aprile, durante la perquisizione nell’abitazione di Visintin.
Secondo quanto ricostruito, Visintin avrebbe regalato i coltelli due anni fa. Il testimone ha consegnato spontaneamente le lame agli investigatori, che ora le sottoporranno a esami tecnici e confronti balistici per accertare eventuali connessioni con il delitto.
Va sottolineato che il corpo di Liliana, al momento del ritrovamento, non presentava ferite compatibili con armi da taglio. Tuttavia, l’accumulo di coltelli, forbici e strumenti affilati nella disponibilità (attuale o passata) di Visintin sembra essere ritenuto un elemento di rilevanza investigativa da parte degli inquirenti, per tratteggiare il profilo dell’uomo.
La richiesta di incidente probatorio su Claudio Sterpin
Nel frattempo, si attende la decisione del gip Flavia Mangiante sull’istanza presentata dalla Procura per ascoltare in incidente probatorio Claudio Sterpin, l’amico speciale di Liliana. Sterpin, che ha sempre sostenuto che la donna fosse intenzionata a lasciare Visintin per andare a vivere con lui, potrebbe fornire elementi utili a chiarire lo stato emotivo e i piani futuri di Resinovich nei giorni immediatamente precedenti alla sua scomparsa.
Una morte ancora avvolta nel mistero
Liliana Resinovich scomparve da casa il 14 dicembre 2021. Il suo corpo venne ritrovato il 5 gennaio 2022, chiuso in due sacchi neri dell’immondizia, all’interno di un boschetto nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a meno di un chilometro dalla sua abitazione.
Inizialmente si era parlato di suicidio, ma la nuova perizia disposta dal gip nel 2023 ha ribaltato quella tesi, indicando che Liliana sarebbe morta per asfissia tra il 14 e il 15 dicembre. Questo ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Sebastiano Visintin, finora considerato solo persona informata dei fatti.