Sugli Stradelli Guelfi, una mattina qualunque diventa tragedia
È domenica. Una strada lunga, ai margini tra Bologna e la campagna. Ettore Pausini, 78 anni, barba bianca, cappello, sella la sua bicicletta come fa da sempre. Ma alle 10:15 tutto si ferma: una Opel Astra lo travolge e fugge via. Nessun soccorso. Solo l’asfalto freddo, le sirene lontane, una vita spezzata.
L’uomo alla guida è un 29enne moldavo-romeno residente a Rimini. Il giorno dopo bussa alla caserma dei Carabinieri: si costituisce. Racconta di non essersi “reso conto della gravità”, il suo avvocato parla di “shock profondo” e volontà di chiedere perdono.
‘Era mio padre, non un personaggio televisivo’
Poche ore dopo la tragedia, Bologna si riempie di titoli: “Zio di Laura Pausini muore in un incidente”. Ma per Sabrina, sua figlia, quel titolo è un colpo più forte della perdita.
Scrive a una rete locale, poi sui social:
“Mio padre era colto, buono, generoso. Un uomo empatico, senza giudizi. Non riducetelo a un cognome famoso.”
E aggiunge, con amarezza:
“Per quella parte di famiglia non è mai importato nulla di me e di mio padre. Per questo non li voglio al funerale.”
Parole che feriscono, che mostrano fratture familiari lontane dai riflettori.
L’uomo, il barbiere, il padre: chi era davvero Ettore Pausini
Ettore non è noto per i concerti, le luci, i palchi. È conosciuto per le sue forbici e parole gentili, nel suo salone storico in piazza Azzarita. Dal 1980 è iscritto alla CNA. Una bottega di specchi, rasoi e confidenze.
Sabrina racconta:
“Mi ha insegnato i valori della vita. Parlava con me di Pasolini, di giustizia, di poesia. È morto proprio nel giorno dell’anniversario di Pasolini. Non è solo coincidenza, è simbolo.”
La fuga, le indagini, il bisogno di giustizia
Il 29enne che guidava l’auto non aveva con sé il veicolo: era prestato da un amico. Dopo lo schianto è fuggito, lasciando l’uomo sull’asfalto. La Procura lo denuncia per omicidio stradale con fuga e omissione di soccorso.
Nessuna autopsia per ora, disposto solo esame esterno del medico legale Matteo Tudini.
Il Comune, attraverso l’assessora alla Sicurezza Matilde Madrid, esprime gratitudine alla Polizia Locale: in meno di 24 ore hanno identificato il responsabile. Un lavoro silenzioso, ma decisivo.
L’assenza, il funerale, un addio senza ipocrisia
In casa Pausini, il lutto è doppio: privato e pubblico. Sabrina chiede rispetto: niente telecamere, niente comparsate, solo verità.
“Chiedo giustizia. Non voglio funerali di facciata. Mio padre merita silenzio e amore, non pubblicità.”
Bologna, intanto, depone fiori sul luogo dell’impatto. I vicini abbassano la serranda del salone in segno di lutto. La strada resta lì, come ogni mattina. Ma per chi lo amava, nulla è più lo stesso.

