Chi era Remo Girone, l’attore simbolo de La Piovra
È morto all’età di 76 anni Remo Girone, attore che ha segnato la storia della televisione italiana grazie al ruolo di Gaetano “Tano” Cariddi nello sceneggiato cult La Piovra. L’attore si è spento nella sua casa di Monaco di Baviera, dove viveva da anni con la moglie Victoria Zinny.
Nato ad Asmara, in Eritrea, nel 1947, Girone si era trasferito in Italia giovanissimo, costruendo passo dopo passo una carriera intensa e poliedrica, divisa tra teatro, cinema e televisione. Girone era figlio di una famiglia italiana che aveva costruito la propria vita nella colonia africana.
Da Asmara a Roma
A soli tredici anni si trasferì a Roma, dove completò gli studi e intraprese un percorso che lo avrebbe reso uno degli attori più iconici del nostro Paese. Dopo un breve passaggio all’università di Economia, Girone scelse di inseguire la sua vocazione artistica e frequentò l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. Il suo talento si impose presto nei teatri, dove interpretò con intensità i classici di Shakespeare, Cechov e Miller sotto la guida di registi come Luca Ronconi e Peter Stein.
Perché Tano Cariddi è rimasto un personaggio indimenticabile?
Il grande pubblico lo ricorda soprattutto per la sua interpretazione in La Piovra (dal 1987), la serie televisiva che raccontava le infiltrazioni mafiose e le loro connessioni con politica e finanza.
Girone diede volto e voce a Tano Cariddi, un antagonista implacabile, il ragioniere della mafia simbolo della connivenza tra potere economico e criminalità organizzata. Con lo sguardo glaciale e l’eleganza dei suoi modi, divenne un personaggio iconico che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento nella serialità italiana.
Quali sono stati i successi al cinema e a teatro
La carriera di Remo Girone, tuttavia, non si esaurì con la televisione. Attore di formazione teatrale, lavorò con registi di grande spessore come Ettore Scola (Il viaggio di Capitan Fracassa), Andrea Molaioli (Il gioiellino), e Peter Greenaway.
Negli ultimi anni aveva conquistato anche la scena internazionale: fu Enzo Ferrari in Le Mans ’66 – La grande sfida di James Mangold e apparve in The Equalizer 3 – Senza tregua accanto a Denzel Washington. In Italia lo si era visto in pellicole di successo come Ma cosa ci dice il cervello, a conferma della sua versatilità interpretativa.
La malattia
In un’intervista al Corriere della Sera, Remo Girone aveva raccontato di avere lottato contro un tumore alla vescica negli anni Novanta, proprio durante le riprese de La Piovra.
«I produttori volevano interrompere il contratto», ricordò. «Andai con il mio avvocato a reclamare, ma fu mia moglie a proporre una soluzione: chiudere la nona serie con una scena memorabile e riprendermi nella decima, dopo le cure. Così è stato: il tumore guarito e Tano Cariddi di nuovo in pista».
Girone aveva anche confessato di aver vissuto un periodo difficile di depressione, affrontato con psicoanalisi e terapie farmacologiche. «La depressione andava e veniva», disse con sincerità, mostrando un lato fragile e umano che lo avvicinava al suo pubblico.
Qual è l’eredità di Remo Girone
Il mondo del cinema e della televisione perde un attore di straordinaria intensità, capace di calarsi in ruoli complessi e di imprimere nella memoria collettiva personaggi destinati a restare.
Il suo nome resterà per sempre legato a Tano Cariddi, ma la sua carriera testimonia una capacità rara di muoversi tra generi, epoche e produzioni diverse, portando sullo schermo e sul palcoscenico un carisma unico.