Redditi, solo la Grecia peggio dell'ItaliaRedditi, solo la Grecia peggio dell'Italia

Solo la Grecia peggio dell’Italia in Europa per crescita dei redditi

Il reddito reale delle famiglie italiane è diminuito del 4% negli ultimi vent’anni, in controtendenza rispetto alla media europea che nello stesso periodo ha registrato un aumento del 22%. A riportarlo è il Sole 24 Ore, che commenta i nuovi dati diffusi da Eurostat nel suo studio sull’evoluzione del reddito pro capite tra il 2004 e il 2024.

L’Italia è uno dei soli due Stati membri a registrare un arretramento. Più grave la situazione della Grecia, che segna un -5%. All’estremo opposto, paesi come Romania (+134%), Lituania (+95%) e Polonia (+91%) hanno vissuto incrementi eccezionalmente elevati. Crescite più moderate emergono invece in Belgio (+15%), Austria (+14%) e Spagna (+11%).

Venti anni tra crisi, riprese e nuove frenate

Eurostat ricostruisce nel dettaglio l’andamento dei redditi familiari europei. Tra il 2004 e il 2008 la crescita è stata costante, salvo poi arrestarsi bruscamente con la crisi finanziaria globale, che ha generato una stagnazione fino al 2011 e un calo nel biennio 2012-2013.

Dal 2014 i redditi sono tornati a salire con progressione continua fino al 2020, anno segnato dalla pandemia e da un conseguente arretramento. Il 2021 ha visto una ripartenza, seguita però da incrementi più contenuti nel 2022 e nel 2023. I primi dati del 2024 mostrano una ripresa più decisa, anche se con ampie differenze tra Paesi.

Reddito vs ricchezza: perché i dati sembrano contraddirsi

L’analisi di Eurostat si intreccia con quanto rilevato dall’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia, ricordato dal Sole 24 Ore: mentre i redditi stagnano, la ricchezza delle famiglie italiane continua invece a crescere. Le due grandezze non coincidono: il reddito misura il flusso annuale, la ricchezza il patrimonio complessivo.

L’apparente contraddizione segnala una frattura strutturale già sottolineata dagli economisti: da un lato i nuclei che vivono quasi esclusivamente del reddito percepito, dall’altro quelli che possiedono capitali investibili e beneficiano nel tempo delle plusvalenze generate da mercati finanziari e strumenti di risparmio gestito.

Bankitalia: redditi in miglioramento nel 2025, ma l’incertezza resta alta

Nel primo semestre 2025 – scrive Bankitalia – il reddito disponibile è tornato a crescere grazie al buon andamento dell’occupazione e all’aumento delle retribuzioni. L’indagine condotta tra agosto e ottobre registra che la quota di famiglie in difficoltà “rimane limitata”.

Nonostante ciò, la percezione diffusa rimane fragile: l’incertezza sulle prospettive economiche resta elevata e contribuisce a mantenere la propensione al risparmio sopra i livelli pre-pandemia.

Spostamenti negli investimenti: meno depositi, più BTp

Secondo Via Nazionale, la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane è aumentata in modo significativo nei primi sei mesi del 2025. Il calo dei tassi di interesse ha spinto i risparmiatori a ridurre i depositi, a vendere titoli di Stato a breve scadenza e obbligazioni private, mentre è cresciuto l’interesse per i BTp a medio-lungo termine, favoriti dalle emissioni rivolte ai piccoli investitori.

Parallelamente si registra un aumento degli investimenti in fondi comuni, azioni e partecipazioni, segnali di una maggiore ricerca di rendimenti in un contesto di tassi più bassi.

Un’Italia divisa: redditi fermi, ricchezza in crescita

La combinazione dei dati Eurostat e delle analisi di Bankitalia delinea un quadro complesso: l’Italia è tra i pochissimi Paesi europei in cui i redditi reali sono diminuiti negli ultimi vent’anni, mentre la ricchezza complessiva cresce grazie ai mercati finanziari e alla capacità di investimento di una parte della popolazione.

Un dualismo che, come osserva il Sole 24 Ore, continua a rappresentare uno dei principali nodi strutturali dell’economia italiana contemporanea.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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