Una confessione intima lontana dai riflettori
Barbara Berlusconi rompe il silenzio su uno dei capitoli più complessi della sua vita privata. In una lunga e sincera intervista al Corriere della Sera, la figlia di Silvio Berlusconi e Veronica Lario racconta una battaglia durata anni contro una depressione profonda, iniziata circa dieci anni fa e affrontata lontano dai clamori pubblici.
Un racconto che sorprende per il tono pacato ma diretto, e che restituisce l’immagine di una donna che ha dovuto fare i conti con fragilità interiori spesso invisibili dall’esterno.
La depressione e la decisione di chiedere aiuto
“Ho attraversato momenti difficili”, ammette Barbara Berlusconi, spiegando come la depressione sia stata impegnativa e duratura. La svolta è arrivata quando ha deciso consapevolmente di farsi aiutare, intraprendendo un lungo percorso terapeutico.
“La terapia è stata fondamentale”, racconta, sottolineando come per molto tempo non riuscisse a comprendere l’origine di quella fatica profonda che la accompagnava nella quotidianità. Solo osservando se stessa, le proprie abitudini e il proprio modo di funzionare, è maturata la decisione di andare più a fondo.
La scoperta dell’Adhd in età adulta
Il punto di svolta arriva con una diagnosi spesso associata all’infanzia: l’Adhd, disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Scoprirlo da adulta, spiega Barbara Berlusconi, è stato inizialmente difficile da accettare, ma anche profondamente liberatorio.
“Dare un nome alle cose cambia tutto”, afferma. Capire che non si trattava di mancanza di volontà o di colpe personali, ma di una struttura mentale diversa, le ha permesso di smettere di colpevolizzarsi e di iniziare a costruire strategie concrete per gestire tempo, organizzazione e impegni.
Maternità e consapevolezza: una doppia chiave
Un ruolo decisivo lo ha avuto anche la maternità. Uno dei suoi figli presenta difficoltà simili e questo ha spinto Barbara Berlusconi a un’ulteriore presa di coscienza: per aiutare davvero lui, doveva prima comprendere se stessa.
Da qui nasce un nuovo approccio alla vita quotidiana, fatto di piccoli obiettivi e progressi misurabili. “Oggi arrivo in ritardo di dieci minuti, non di un’ora. Non è un piccolo successo?”, dice con un sorriso che racconta più di molte parole.
L’Adhd femminile e la diagnosi tardiva
Sul tema interviene anche lo psichiatra Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia, che sottolinea un aspetto cruciale: l’Adhd nelle donne è ancora troppo spesso sottodiagnosticata.
I sintomi, meno eclatanti rispetto a quelli maschili, portano a riconoscimenti tardivi, con il rischio di sviluppare comorbidità come ansia e depressione. Un legame, questo, confermato anche dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, che evidenziano come l’Adhd possa accompagnarsi a disturbi dell’umore e difficoltà relazionali.
Politica, cognome e senso della responsabilità
Nel corso dell’intervista, Barbara Berlusconi affronta anche il tema della politica. Si definisce profondamente liberale, critica la gestione del Covid e chiarisce di aver rifiutato qualsiasi ipotesi di candidatura.
“Entrare in politica solo per il cognome non ha senso”, afferma, escludendo anche l’esistenza di eredi politici con la stessa visione del padre.
Un racconto che rompe un tabù
La testimonianza di Barbara Berlusconi va oltre la dimensione personale. È un racconto che contribuisce a normalizzare il tema della salute mentale, mostrando come anche percorsi complessi possano trovare equilibrio grazie alla consapevolezza, alla terapia e al tempo.
Un messaggio potente, soprattutto per chi, ancora oggi, fatica a dare un nome alle proprie difficoltà.

