Dopo una cena a casa, la tragedia: la 21enne è stata uccisa, mutilata e decapitata
Una vicenda terribile e sconvolgente scuote la Scozia: Ewan Methven, 27 anni, ha confessato davanti alla Corte Superiore di Glasgow di aver ucciso brutalmente la fidanzata Phoenix Spencer-Horn, 21 anni, all’interno dell’abitazione che condividevano. I fatti risalgono alla notte del 16 novembre dello scorso anno e sono emersi nel dettaglio nel corso del processo, rivelando un omicidio particolarmente violento e disturbante.
Una relazione apparentemente normale
La coppia stava insieme da circa due anni, dopo essersi conosciuta a una riunione familiare. Vivevano insieme in un appartamento all’ultimo piano di un edificio a Glasgow. Il giorno del delitto, avevano ordinato del cibo da asporto e stavano chattando con la madre della ragazza, Alison Spencer. Secondo le testimonianze, Phoenix appariva serena, felice per aver visto la madre ed essere stata allegra a lavoro.
Ma dietro quell’apparente tranquillità, si celava un malessere latente. Methven aveva espresso più volte un senso di solitudine legato agli orari di lavoro della compagna, che lavorava come cameriera. Pochi istanti dopo la cena, tutto è precipitato.
Il delitto e l’orrore
Nella tarda serata del 16 novembre, Methven ha attaccato Phoenix utilizzando tre coltelli diversi, infliggendole almeno 20 coltellate. Dopo averla strangolata e uccisa, l’ha mutilata e decapitata. La ferocia del gesto ha sconvolto persino gli inquirenti.
Come ricostruito in aula dal pubblico ministero Christopher McKenna, l’uomo ha continuato la sua vita apparentemente normale durante il fine settimana: ha guidato l’auto della vittima, utilizzato il suo telefono, navigato su siti pornografici e cercato più volte di acquistare cocaina.
Solo il 18 novembre Methven ha chiamato i soccorsi, dichiarando che l’omicidio era avvenuto durante un episodio psicotico causato dall’abuso di cocaina, alcol e steroidi. Ma le sue giustificazioni non hanno retto.
Una confessione tardiva e la sentenza in arrivo
In tribunale, Ewan Methven ha ammesso le sue responsabilità: omicidio e tentativo di ostacolare il corso della giustizia. La sentenza definitiva sarà pronunciata il 14 luglio. Intanto, la Corte sta analizzando il movente reale dietro il gesto estremo, tenendo conto anche della premeditazione e delle azioni compiute dopo l’omicidio.
Le parole delle autorità
L’ispettrice capo Susie Cairns ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia di Phoenix:
“I miei pensieri vanno ai suoi cari, che ancora oggi faticano ad accettare l’accaduto. Methven ora dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni.”
Ha poi ribadito l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare ogni forma di violenza estrema:
“Una brutalità di questo genere non è tollerabile. Continueremo a lavorare senza sosta per assicurare i colpevoli alla giustizia.”