Il sogno d’estate che si è infranto sull’asfalto
Una vacanza con gli amici, un’estate da festeggiare dopo la maturità, un futuro tutto da scrivere. Ma per Pietro Adobati, 19 anni, di Nembro, tutto si è interrotto lunedì 28 luglio sulla strada Ž-5151, nel nord dell’isola croata di Pag. Erano le 20:35 quando il giovane ha perso la vita in un violento schianto tra il quad che stava guidando e un’auto in arrivo dalla direzione opposta. L’impatto è stato fatale: Pietro è morto sul colpo, nonostante i tentativi di soccorso. Aveva appena finito il liceo scientifico “Amaldi” di Alzano Lombardo.
Una comunità sotto shock
La notizia si è diffusa rapidamente nella cittadina bergamasca di Nembro, lasciando sgomenta un’intera comunità. Pietro era un ragazzo molto conosciuto: giocava nell’Asd David dell’oratorio, dove si era formato fin da bambino seguendo le orme dei fratelli più grandi. Era attivo in parrocchia, stimato e benvoluto da tutti.
«Un ragazzo brillante, educato, generoso» – così lo ricorda don Matteo Cella, ex curato di Nembro – «Pietro ha sempre avuto una luce negli occhi. Era un esempio per i più piccoli, e un amico leale per i coetanei. La sua famiglia è un pilastro della nostra comunità».
La dinamica dell’incidente: cosa è accaduto
Secondo quanto comunicato dalla polizia croata della Lika e di Segna, Pietro era alla guida di un quad immatricolato a Gospić, diretto verso Jakišnica, una località nel nord dell’isola. Per cause ancora da chiarire, avrebbe perso il controllo del mezzo, invadendo la corsia opposta. Proprio in quel momento sopraggiungeva una vettura con targa tedesca, guidata da una donna di 44 anni. L’impatto, avvenuto nella parte posteriore del quad, è stato devastante.
I soccorritori sono intervenuti subito, ma per il 19enne non c’era già più nulla da fare. La salma è stata trasportata all’ospedale locale, dove è stato eseguito il riconoscimento ufficiale.
I genitori partiti nella notte
Appresa la notizia, i genitori e i due fratelli maggiori di Pietro Adobati sono partiti nella notte per la Croazia. A dare l’allarme erano stati proprio gli amici in vacanza con lui, che avevano avvisato quelli rimasti in Italia. L’angoscia si è trasformata in tragedia quando è arrivata la conferma della morte.
Una famiglia già molto unita, ora piegata da un dolore indicibile. La madre di Pietro è molto attiva nel volontariato, il padre è conosciuto nell’ambiente sportivo locale.
Le indagini in corso
La polizia croata ha aperto un’indagine per ricostruire la dinamica con precisione. Verranno esaminati i rilievi stradali, eventuali testimoni e anche le condizioni del veicolo. Non è ancora stato comunicato se sul corpo verrà eseguita un’autopsia.
Le autorità italiane, attraverso l’ambasciata, sono in contatto con la famiglia per assisterla nel rimpatrio della salma.
Un’estate che doveva essere di libertà
Era partito da pochi giorni con gli amici per godersi la libertà post-diploma. La Croazia, e in particolare l’isola di Pag, è una meta molto frequentata dai giovani italiani durante l’estate. Ma per Pietro il viaggio si è concluso nel modo più tragico e inspiegabile.
Nembro oggi piange un figlio amato, un ragazzo che aveva appena cominciato a scrivere la sua storia. La comunità si stringe attorno alla famiglia in un silenzio rotto solo dalle lacrime e dai ricordi. Il rientro della salma è atteso nei prossimi giorni: l’oratorio ha già annunciato che sarà organizzata una veglia di preghiera in sua memoria.