Monica Setta non ci sta. La conduttrice televisiva, volto noto di Rai 2 con il programma Storie di donne al bivio, torna a parlare della parodia che la riguarda nel GialappaShow, il format satirico di Tv8. E lo fa con parole molto dure. In un’intervista concessa a Vanity Fair, Setta spiega perché considera l’imitazione dell’attrice Giulia Vecchio non solo eccessiva, ma addirittura lesiva della propria immagine.
‘Sembro l’incredibile Hulk, appaio come un mostro’
«Mi è dispiaciuto essere rappresentata in maniera così estrema: sembro l’incredibile Hulk» – ha dichiarato. Secondo la giornalista, il modo in cui Vecchio la ritrae è volutamente volgare e grottesco, ben distante dalla satira garbata che, ad esempio, sarebbe stata riservata ad altre colleghe come Milly Carlucci. «Milly è stata proposta in modo delicato e ironico, io invece appaio come un mostro. Mi hanno messo un naso adunco che non ho, mi hanno invecchiata, imbruttita».
Nell’imitazione in questione, Monica Setta è caricaturizzata mentre impone il proprio protagonismo alle intervistate, presentate come improbabili vip, in un contesto al limite del surreale. Un ritratto che, secondo la diretta interessata, travalica i confini dell’umorismo televisivo. «Non è più satira, è diffamazione», afferma senza mezzi termini.
Ma ciò che più preoccupa la conduttrice è il risvolto che tutto questo ha avuto sui social. Dopo la messa in onda del personaggio, infatti, Monica Setta ha cominciato a ricevere una valanga di messaggi offensivi, minacce e insulti di rara violenza. «Mi hanno scritto che faccio schifo, che sembro una trans, che devo morire. Sono parole che feriscono profondamente e che hanno superato ogni limite».
I pesanti attacchi social e la denuncia
A fronte di tali episodi, la conduttrice ha deciso di agire per vie legali. «Ho presentato un esposto alla squadra mobile della Questura di Roma contro ignoti», ha dichiarato. «Non si tratta solo di tutelare la mia persona, ma anche mia madre, che ha 92 anni, e mia figlia, che vivono con me. Non è accettabile leggere certi messaggi quando si rientra a casa».
Pur non avendo mai chiesto la rimozione dell’imitazione, Monica Setta sottolinea di non essere contraria alla satira in quanto tale. «Considero persino un onore essere presa in giro dalla Gialappa’s», ammette, «ma si è calcato troppo il tasto della fisicità. Quella non è satira, è un attacco gratuito».
E mentre lo show comico continua a macinare ascolti, il caso solleva una questione più ampia: dove finisce la libertà di parodia e dove inizia la responsabilità nei confronti delle persone ritratte? Un confine sempre più sottile, che anche il mondo dello spettacolo italiano è chiamato a ridisegnare.