Julio Sergio mentre si rasava i capelli con il figlioJulio Sergio mentre si rasava i capelli con il figlio

L’ex portiere della Roma annuncia la morte del figlio malato. Il calcio si stringe intorno alla famiglia

Un altro lutto colpisce il mondo del calcio. Julio Sergio, ex portiere della Roma, ha annunciato con un post carico di dolore la morte del figlio Enzo Bertagnoli, 15 anni, dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro un tumore cerebrale. La notizia è stata condivisa sui social con un’immagine nera, una croce bianca e le date: “Enzo Bertagnoli, 2009-2025”.

Una lotta condivisa con dignità e amore

Nelle scorse settimane, il video di Julio Sergio che si rasava i capelli a zero insieme al figlio aveva fatto il giro del web. Un gesto d’amore, in vista del nuovo ciclo di chemioterapia a cui il giovane Enzo stava per sottoporsi.
Il ragazzo era ricoverato e, come raccontato dal padre, in coma indotto, con ossigeno e sedazione controllata. Il calciatore aveva descritto l’ultimo periodo con queste parole:

“Enzo è in pace, circondato da noi genitori, dalla famiglia, da voi… Non è a disagio né sente dolore”.

Un messaggio che ha commosso e unito tifosi, sportivi e semplici utenti, testimoniando quanto affetto e solidarietà Enzo e la sua famiglia abbiano ricevuto in questi mesi.

Il cordoglio della Roma e del mondo sportivo

La Roma, squadra in cui Julio Sergio ha militato dal 2006 al 2011 e poi nel 2012/13, ha espresso la propria vicinanza con un post sui canali ufficiali:

“Julio, siamo al tuo fianco in questo momento di dolore inimmaginabile. Tutta la Roma è con la tua famiglia, tutti i romanisti vi abbracciano”.

Tanti i messaggi anche da parte di ex compagni, club e tifosi, con frasi come “Povero figlio, così piccolo e così tanta sofferenza” e “Dai ometto, non mollare”, segno di una partecipazione profonda e collettiva.

Un esempio di forza, amore e dignità

L’immagine che rimarrà è quella di padre e figlio uniti nella lotta, nel coraggio e nella dolcezza. Julio Sergio ha scelto di condividere ogni momento, anche il più difficile, con una trasparenza e un rispetto che hanno lasciato il segno. Oggi, il calcio piange un ragazzo troppo giovane per andarsene, ma che ha lasciato dietro di sé una traccia potente di amore.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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