Nei riquadri Emanuele De Maria e Chamila WijesuriyaNei riquadri Emanuele De Maria e Chamila Wijesuriya

Il corpo della 50enne è stato ritrovato nel Parco Nord

Un nuovo tragico capitolo si è aggiunto alla vicenda di Emanuele De Maria, il 35enne evaso dal carcere di Bollate che sabato mattina aveva ucciso un collega all’Hotel Berna di Milano. Nel pomeriggio di domenica 11 maggio, intorno alle ore 16:00, è stato ritrovato il cadavere di Chamila Wijesuriya, 50enne originaria dello Sri Lanka, scomparsa proprio nei giorni successivi alla fuga del detenuto.

Il ritrovamento vicino al luogo dell’ultimo avvistamento

Il corpo è stato rinvenuto nel Parco Nord, a circa un chilometro di distanza dall’ultimo avvistamento noto della donna. A dare l’allarme è stato un passante che ha contattato il numero d’emergenza 118, facendo scattare l’immediato intervento delle forze dell’ordine. Sul posto sono accorsi i Carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni, il personale del 118, la Polizia locale, i vigili del fuoco e il Pubblico Ministero.

Le indagini sono tuttora in corso per chiarire le cause del decesso e comprendere il collegamento tra la morte di Chamila e i tragici eventi che hanno coinvolto De Maria, il quale si è successivamente suicidato lanciandosi dal Duomo di Milano.

L’accoltellamento, la fuga, la scomparsa, il suicidio

Chamila Wijesuriya lavorava nello stesso albergo dove De Maria aveva ottenuto un permesso per lavorare esternamente in regime di semilibertà. La sua scomparsa, avvenuta in concomitanza con l’evasione, aveva destato immediatamente sospetti tra gli investigatori.

Nel frattempo, è stato reso noto che Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, 51enne egiziano accoltellato all’esterno dell’Hotel Berna dallo stesso De Maria, è ora fuori pericolo e ricoverato cosciente presso l’Ospedale Niguarda. L’uomo, impiegato nella caffetteria dell’hotel, è riuscito a sopravvivere a un delicatissimo intervento al torace e al collo e potrà presto essere ascoltato dagli inquirenti.

La vicenda ha scosso profondamente la comunità milanese, riaccendendo il dibattito sulla gestione della semilibertà per i detenuti pericolosi. Le autorità stanno ora cercando di ricostruire con precisione ogni dettaglio della tragica sequenza di eventi.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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