La notizia della scomparsa
Era l’ultimo dei giganti della televisione italiana in vita. É morto a Roma, all’età di 89 anni, Pippo Baudo, uno dei più grandi protagonisti della televisione italiana.
La notizia, appresa dall’Ansa e confermata dal suo storico legale e amico fraterno Giorgio Assumma, ha immediatamente scosso il mondo dello spettacolo e l’opinione pubblica. Tra le ultime immagini pubbliche l’istantanea di Baudo sulla sedia a rotelle alla festa per il 90º compleanno di Pier Francesco Pingitore un anno fa.
Il conduttore si è spento serenamente – a quanto si apprende – in ospedale, al Campus Biomedico di Roma, circondato dagli affetti delle persone più care e con il conforto dei sacramenti.
Baudo, nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania, era soprannominato da tutti “il Pippo nazionale”. Per oltre cinquant’anni è stato il volto più riconoscibile del piccolo schermo, sinonimo stesso di intrattenimento televisivo.
Pippo Baudo e il Festival di Sanremo: il re dell’Ariston
Il legame tra Pippo Baudo e il Festival di Sanremo è indissolubile. Nessun altro conduttore ha presentato la kermesse canora tante volte quanto lui: ben tredici edizioni, a partire dal 1968 fino al 2008.
Ogni volta ha saputo dare un’impronta personale: dall’eleganza degli anni Sessanta e Ottanta, fino al rinnovamento degli anni Novanta, quando introdusse artisti che sarebbero diventati grandi protagonisti della musica italiana.
Celebri le sue capacità di gestire momenti imprevisti in diretta. Memorabile, per esempio, il 1995 quando fermò un uomo che minacciava di lanciarsi dalla galleria del Teatro Ariston: con fermezza e umanità, Baudo salvò letteralmente una vita davanti a milioni di spettatori.
I grandi varietà della Rai
Oltre a Sanremo, Baudo è stato il volto di programmi che hanno segnato un’epoca. Negli anni Ottanta ha legato il suo nome a Fantastico, il grande varietà del sabato sera. Ancora più forte fu il suo rapporto con Domenica In, di cui è stato anima e simbolo, conducendo numerose edizioni che tenevano incollati milioni di italiani alla tv nel pomeriggio festivo.
Il suo repertorio comprende anche trasmissioni come Canzonissima, Numero Uno, Serata d’onore e Novecento, quest’ultima pensata come un racconto della memoria collettiva italiana attraverso personaggi, eventi e musica.
Il talento di scoprire talenti
Un altro tratto distintivo della carriera di Pippo Baudo è stato il suo ruolo di talent scout. Non solo conduttore, ma anche scopritore di nuove stelle. A lui si devono i primi successi televisivi di artisti come Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Giancarlo Magalli, Beppe Grillo, Giorgia, Laura Pausini e Andrea Bocelli, il trio Marchesini-Solenghi-Lopez. L’unica ‘stecca’ con Fiorello che non passò un provino con lui.
Aveva l’occhio lungo e l’istinto di capire chi potesse conquistare il pubblico. “Li vedevo e capivo subito se avevano qualcosa da dire”, raccontava Baudo con orgoglio nelle sue ultime interviste.
La formazione e l’amore per la cultura
Pippo Baudo non era soltanto un presentatore. Laureato in giurisprudenza, era un uomo di grande cultura, appassionato di musica, teatro e storia. Proprio la musica classica e il canto lirico erano tra le sue passioni più grandi, che riusciva a trasmettere anche al pubblico televisivo senza mai risultare elitario.
La sua professionalità e la sua precisione erano proverbiali. “Con Pippo nulla era lasciato al caso”, ricordano molti collaboratori, “era severo ma generoso, pretendeva il massimo da sé stesso e dagli altri”.
La vita privata
Molto riservato nella vita privata, Baudo è stato sposato con Katia Ricciarelli, soprano di fama internazionale, dal 1986 al 2004. Una coppia che per anni fu simbolo del connubio tra musica e spettacolo, fino alla separazione.
Nel corso degli anni aveva raccontato anche momenti più intimi, come la scoperta della paternità tardiva di Alessandro Baudo, nato da una relazione giovanile. Un legame che aveva cercato di recuperare nel tempo, mostrando sempre grande sensibilità.
L’eredità televisiva
Con la sua morte, la televisione italiana perde un protagonista assoluto, capace di coniugare cultura popolare e intrattenimento, rigore e leggerezza. Nessuno come lui ha saputo incarnare lo spirito della Rai degli anni d’oro.
Per milioni di italiani resterà il “Pippo nazionale”, quello che la domenica entrava nelle case di tutti, quello che scopriva nuovi talenti e che con il suo sorriso rassicurante rappresentava la tv di una volta, capace di unire generazioni diverse.
I programmi di Superpippo
Pippo Baudo ha conquistato l’affetto del pubblico con Settevoci (1966-70) e Canzonissima (1972-73), raggiungendo poi il grande successo negli anni Ottanta con programmi come Domenica in (1979-85, 1991-92), Fantastico (1984-86 e 1990), Serata d’onore (1983, 1986) e numerose edizioni del Festival di Sanremo (1968, 1984-85, 1987, 1992-96, 2002-03, 2007-08). Dal 1987 al 1988 è stato direttore artistico di Canale 5, per tornare poi alla Rai: prima su Raidue con una serie di Serata d’onore (1989), poi su Raiuno con Gran Premio (1990), Varietà (1991), Luna Park (1994-96), Papaveri e papere (1995), Mille lire al mese (1996). Dal 1989 al 1997 è stato direttore artistico (e dal 2000 presidente) del Teatro Stabile di Catania, nel 1994 ha assunto la direzione artistica della Rai, fino alle dimissioni del maggio 1996.
Nel 2021 insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce
In seguito, rientrato a Viale Mazzini, ha condotto i programmi Giorno dopo giorno (1999, divenuto nel 2000 Novecento. Giorno dopo giorno), Passo doppio (2001), Il Castello (2002-2003) e nuovamente Domenica in (2005-10). Nel 2010 ha condotto su Raitre Novecento, e nel 2012 il programma in prima serata Il viaggio, riconfermato per una seconda edizione l’anno successivo. Ha raccontato la sua lunga carriera nell’autobiografia Ecco a voi. Una storia italiana, scritta nel 2018 con Paolo Conti e ha condotto Sanremo giovani. Nel 2021 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana
Un ricordo che resterà vivo
Il cordoglio per la sua scomparsa è unanime: colleghi, artisti e spettatori lo ricordano come un maestro indiscusso della tv, un uomo che ha fatto dell’intrattenimento un’arte e che ha saputo resistere a decenni di cambiamenti televisivi senza perdere mai la sua identità.
Il suo nome resterà per sempre legato a un’epoca irripetibile della televisione italiana. Con Pippo Baudo se ne va un simbolo, ma il suo ricordo resterà vivo ogni volta che si parlerà della storia della nostra tv.