Usa/*Biden chiama Zelensky "Putin" ma si corregge subito e ci scherza suBiden con Zelensky

Una diagnosi devastante per Biden

Per Joe Biden, 82 anni, è il momento più buio da quando perse la moglie e la figlia in un incidente stradale nel 1972, e poi il figlio Beau, morto per un tumore al cervello nel 2015. Venerdì scorso, l’ex presidente degli Stati Uniti ha ricevuto una diagnosi devastante: una forma molto aggressiva di cancro alla prostata, già estesa con metastasi ossee.

La notizia è stata confermata da un comunicato ufficiale del suo ufficio, diffuso nella tarda serata di lunedì: “Sebbene si tratti di una forma aggressiva, la malattia sembra sensibile agli ormoni, il che potrebbe consentire una gestione terapeutica efficace”. L’ufficio ha inoltre dichiarato che Biden sta valutando, assieme alla famiglia e al team medico, quale sia il miglior percorso da intraprendere.

Il cancro Gleason 9 e i rischi

Secondo gli esperti consultati dai media americani, si tratta di un tumore classificato Gleason 9, tra i più aggressivi. “Questi tipi di tumori si diffondono molto rapidamente – spiegano gli oncologi – e richiedono interventi tempestivi e mirati”.

L’origine della diagnosi risale alla scorsa settimana, quando Biden si era sottoposto a un controllo per un nodulo sospetto alla prostata. Gli accertamenti hanno confermato le peggiori ipotesi. Da quel momento è iniziata una fase riservata e difficile, condivisa solo con la cerchia più ristretta dell’ex presidente.

Un colpo durissimo in un momento già critico

La diagnosi arriva nel momento più complicato dal punto di vista personale e politico per Biden. Già da mesi l’82enne era sotto pressione per il deterioramento delle sue condizioni fisiche e mentali, esploso mediaticamente dopo il dibattito televisivo contro Donald Trump nel giugno 2024, considerato un disastroso punto di svolta.

Quella sera segnò, secondo molti osservatori, l’inizio della fine. Qualche settimana dopo, Biden annunciò il ritiro dalla corsa per la rielezione, una decisione descritta come sofferta, tardiva, ma inevitabile. Il partito democratico si era spaccato internamente, preoccupato dalla sua tenuta psico-fisica.

Le rivelazioni dei media: declino e isolamento

A peggiorare ulteriormente il quadro ci hanno pensato due pubblicazioni uscite proprio in questi giorni. La prima è “Original Sin”, un libro firmato da Jake Tapper (CNN) e Alex Thompson (Axios), in cui si racconta che, nel finale di mandato, lo staff della Casa Bianca discuteva la possibilità di usare una sedia a rotelle per Biden in caso di rielezione.

L’altra è l’audio, diventato virale, del colloquio tra Biden e il procuratore speciale Robert Hur, registrato nell’ottobre 2023. In quel documento, si ascolta un uomo affaticato, la voce flebile, lunghi silenzi, e difficoltà anche nel ricordare la data della morte del figlio Beau, uno dei traumi più grandi della sua vita.

Una famiglia ancora unita

Fonti vicine a Biden raccontano che l’ex presidente è circondato dall’affetto dei suoi familiari. La moglie Jill, i figli e i nipoti stanno partecipando alle decisioni sui prossimi passi terapeutici, consapevoli che ogni opzione dovrà tenere conto della fragilità generale dell’ex comandante in capo.

Resta il grande rispetto bipartisan per la sua figura, ora che la politica ha lasciato spazio al dramma personale. Anche alcuni esponenti repubblicani hanno espresso solidarietà e vicinanza, in un momento che non ha nulla a che fare con le urne.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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