La svolta nel caso Ramona Rinaldi
Era stata inizialmente archiviata come un tragico suicidio la morte di Ramona Rinaldi, 39 anni, trovata impiccata nel bagno della propria abitazione a Veniano, in provincia di Como, lo scorso 21 febbraio. Ma le indagini condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri e coordinate dalla Procura di Como hanno ribaltato quella prima ipotesi. Nella giornata del 16 luglio, Daniele Re, 34 anni, compagno convivente della vittima, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e simulazione di suicidio.
Dall’apparente suicidio alla ricostruzione dell’omicidio
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la scena del crimine sarebbe stata accuratamente allestita per far pensare a un gesto estremo compiuto dalla donna. Ramona era stata trovata impiccata alla doccia con la cintura di un accappatoio, in un bagno apparentemente chiuso dall’interno ma senza chiave. Daniele Re fu il primo a chiamare i soccorsi, sostenendo che la compagna non rispondesse e si trovasse in bagno. I soccorritori, giunti sul posto alle 5.15 del mattino, dovettero sfondare la porta per entrare.
Indizi e incongruenze: la procura non crede al suicidio
I primi esiti dell’autopsia sembravano compatibili con il suicidio, ma molti elementi non tornavano. A partire dalla mancanza di motivazioni apparenti che avrebbero potuto spingere la donna a togliersi la vita, fino alle anomalie nella dinamica dell’impiccagione. A marzo, la Procura ha formalmente iscritto Daniele Re nel registro degli indagati per omicidio volontario. Le successive indagini hanno portato al sequestro del cellulare dell’uomo e ad accertamenti tecnici da parte dei RIS, che hanno evidenziato incongruenze rispetto alla sua versione.
L’arresto e le accuse
L’arresto è avvenuto a Milano, nell’abitazione della madre dell’indagato, dove Re si trovava temporaneamente. L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip di Como, si fonda su una ricostruzione indiziaria solida, rafforzata dal rischio di fuga. Secondo gli inquirenti, Daniele Re avrebbe strangolato Ramona per poi inscenare il suicidio, tentando di depistare le indagini. Ora si trova detenuto nel carcere di San Vittore, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Una famiglia segnata
Ramona Rinaldi e Daniele Re vivevano insieme con la loro bambina. La tragedia ha lasciato un vuoto non solo tra i familiari della donna, ma anche nella comunità di Veniano. Il caso ha riportato all’attenzione il tema della violenza domestica, spesso celata dietro relazioni apparentemente normali. La giustizia ora dovrà stabilire le responsabilità, in un caso che scuote profondamente l’opinione pubblica.