Il luogo del tragico incidente a MilanoIl luogo del tragico incidente a Milano

Amico di Mohamed Mahmoud: ‘Non stava scappando’

È successo poco intorno alle 3:00 della notte tra martedì 20 e mercoledì 21 marzo. Mohamed Mahmoud, un ragazzo di 21 anni nato in Libia e residente a Brembate, in provincia di Bergamo, ha perso la vita in seguito a un grave incidente in scooter avvenuto dopo un repentino cambio di direzione alla vista di una Volante della Polizia.

Secondo quanto ricostruito dalla Polizia Locale, il giovane si trovava in sella a uno scooter Yamaha T-Max quando ha incrociato una pattuglia in viale Ortles, intorno alle 3:15 del mattino. I due mezzi provenivano da direzioni opposte. Non appena ha visto la pattuglia, Mohamed ha svoltato bruscamente a sinistra in via Cassano d’Adda. Gli agenti, insospettiti dalla manovra improvvisa, hanno deciso di seguirlo, ma senza attivare sirene né lampeggianti.

Lo schianto in via Marco D’Agrate

La fuga è durata poche centinaia di metri. All’incrocio con via Marco D’Agrate, il giovane ha perso il controllo del mezzo, che è andato a schiantarsi violentemente contro un palo del semaforo. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano la dinamica: lo scooter arriva in velocità, si schianta e scivola, generando scintille. Dieci secondi dopo compare nell’inquadratura l’auto della Polizia.

Trasportato d’urgenza dal 118 alla clinica Humanitas di Rozzano in codice rosso, Mohamed è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale a causa delle gravi ferite riportate.

Il dettaglio emerso: era senza patente, l’amico: ‘Aveva il foglio rosa’

Un elemento importante emerso dalle indagini è che il ragazzo era alla guida del mezzo senza patente. Un fatto che potrebbe spiegare la fuga repentina: sapeva di rischiare una sanzione e ha tentato di sottrarsi al controllo. Lo scooter, inoltre, risultava intestato a un giovane nordafricano del quartiere Corvetto, area milanese che già in passato è stata teatro di tensioni simili, come nel caso di Ramy Elgaml, morto in un incidente analogo nel novembre 2023.

“Non è vero che non aveva la patente, circolava con il foglio rosa. Prima bisogna accertare che scappasse dalla polizia e poi pubblicare le cose… Stava guidando, non ha visto il marciapiede ed è caduto. Non stava scappando. Lui era un ragazzo d’oro. Ieri l’ho visto, non ho fatto neanche a tempo a salutarlo, mai pensavo succedesse una cosa del genere. Era un ragazzo generoso, se aveva l’ultimo pezzo di pane era pronto a dividerlo con te. Non è vero questa cosa, quando una persona è straniera lanciano subito queste cose” – ha dichiarato un amico al Corriere della Sera.

Le tensioni all’Humanitas: la rabbia dei familiari

Alla notizia del decesso, decine di parenti e amici si sono radunati davanti al pronto soccorso della clinica Humanitas. Secondo quanto riferito da fonti ospedaliere e dalla Questura, non si sono verificati veri e propri tafferugli, ma momenti di forte tensione. Alcuni oggetti sono stati danneggiati, e il personale sanitario ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

La Questura ha inviato sul posto numerose pattuglie e anche militari del Battaglione carabinieri Lombardia. Un servizio di ordine pubblico è stato disposto anche presso l’obitorio, in via precauzionale. La direzione dell’Humanitas ha confermato che “non ci sono state aggressioni dirette”, ma ha parlato di “un capannello di 30-40 persone, ora in fase di deflusso”.

L’inchiesta della Procura e i prossimi passi

La Procura di Milano, con il PM Giorgia Villa, ha disposto il sequestro sia dello scooter che della Volante. Non ci sarebbe stato alcun contatto tra i due mezzi, e nemmeno un vero inseguimento: la Polizia avrebbe solo seguito il giovane dopo la manovra improvvisa, senza riuscire nemmeno ad attivare i dispositivi luminosi.

In attesa dell’autopsia, la magistratura potrebbe aprire un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, un passaggio tecnico utile ad accertare eventuali responsabilità o omissioni.

Un’altra tragedia sulle strade di Milano

L’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sulla gestione dei controlli di polizia. Episodi simili, come la morte di Ramy Elgaml, mostrano una dinamica ricorrente: giovani senza patente, alla guida di scooter ad alta cilindrata, che tentano la fuga e finiscono vittime di incidenti tragici. E mentre la Procura cerca di fare chiarezza sulla dinamica dei fatti, resta il dolore per una giovane vita spezzata troppo presto.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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