Il presidente della Repubblica Mattarella ha partecipato al funerale del brigadiere Legrottaglie
Sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo, come atto dovuto, i due agenti di polizia che giovedì scorso hanno affrontato in un conflitto a fuoco i presunti responsabili dell’omicidio del brigadiere capo dei Carabinieri Carlo Legrottaglie. La sparatoria è avvenuta nelle campagne tra Monteiasi e Grottaglie, dove i due fuggitivi erano stati intercettati dagli agenti del Commissariato di Grottaglie, in servizio nella sezione “Falchi”.
L’iscrizione nel registro degli indagati è stata formalizzata dalla Procura di Taranto in vista degli accertamenti irripetibili, in particolare dell’autopsia sul corpo di Michele Mastropietro, il 59enne pregiudicato rimasto ucciso nello scontro a fuoco.
Secondo quanto spiegato dall’avvocato Antonio Maria La Scala, uno dei legali che assistono i due poliziotti, «si tratta di un atto dovuto finalizzato a garantire la presenza dei difensori e dei consulenti tecnici durante gli accertamenti». Tuttavia, la notizia ha suscitato indignazione e polemiche soprattutto sui social network e negli ambienti sindacali della Polizia.
Il commento del SAP: “Hanno rischiato la vita, ora sono indagati”
A sottolineare il paradosso della situazione è stato il sindacato autonomo di polizia (SAP), per voce del suo segretario generale Stefano Paoloni:
«I colleghi hanno fatto il loro dovere per fermare pericolosi assassini armati che non avevano esitato a uccidere il carabiniere Legrottaglie. Hanno rischiato la vita per assicurare alla giustizia due efferati delinquenti e ora rischiano il processo».
Il SAP evidenzia come l’avviso di garanzia consentirà comunque agli agenti di partecipare con piena tutela alle successive fasi processuali e agli eventuali incidenti probatori, ma sottolinea anche le conseguenze professionali: «Fino al termine del procedimento, la carriera dei due agenti rimarrà bloccata».
Gli agenti, entrambi cinquantenni, sono difesi dagli avvocati Giorgio Carta (Foro di Roma) e Antonio Maria La Scala (Foro di Bari), entrambi ex appartenenti alle forze dell’ordine, con lunga esperienza nei protocolli operativi delle unità in divisa.
I funerali del brigadiere Legrottaglie: l’omaggio del Presidente Mattarella
La notizia degli avvisi di garanzia è arrivata proprio nelle ore in cui, nella chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa a Ostuni, si celebravano i funerali solenni del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, ucciso il 12 giugno scorso nel suo ultimo giorno di servizio.
Alle esequie ha partecipato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva già espresso il proprio cordoglio al Comandante Generale dell’Arma, Salvatore Luongo. La presenza del Capo dello Stato ha voluto testimoniare la vicinanza delle istituzioni alla famiglia Legrottaglie e a tutta l’Arma dei Carabinieri, profondamente colpita da questa tragica perdita.
La dinamica del conflitto a fuoco a Grottaglie
I due agenti indagati sono coloro che hanno bloccato i due fuggitivi nelle campagne tarantine dopo l’agguato al carabiniere. Secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori, i poliziotti hanno individuato i due sospetti in un campo di grano, intimando loro di gettare le armi.
Camillo Giannattasio, 57 anni, si è arreso immediatamente, mentre Michele Mastropietro ha tentato di proseguire la fuga. Armato, ha rivolto la pistola contro uno degli agenti e ha esploso numerosi colpi. I poliziotti hanno risposto al fuoco: Mastropietro è stato ferito prima al braccio e poi, frontalmente, al petto. Nonostante i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori, è deceduto poco dopo.
Fonti investigative hanno riferito che durante il conflitto a fuoco sono stati esplosi almeno 15-16 colpi. A confermare il numero elevato di spari sono stati anche i titolari di una masseria nelle vicinanze, testimoni involontari della sparatoria:
«Abbiamo sentito almeno 15, forse 20 colpi, poi urla e sirene», hanno raccontato.
Proseguono i rilievi balistici sul luogo della sparatoria
Nei giorni successivi al conflitto a fuoco, gli investigatori della Squadra Mobile di Taranto sono tornati sul posto per effettuare ulteriori rilievi, con l’ausilio di metal detector, nella speranza di recuperare ulteriori bossoli e chiarire in maniera definitiva la sequenza degli spari.
Finora, secondo fonti inquirenti, non sarebbero emersi nuovi elementi significativi rispetto ai reperti già raccolti, ma l’analisi balistica sui proiettili e l’autopsia — il cui incarico verrà conferito martedì 17 giugno — saranno determinanti per ricostruire con precisione i momenti concitati dello scontro.
Giannattasio in carcere: trovato arsenale in suo possesso
Nel frattempo, il secondo arrestato, Camillo Giannattasio, è stato sottoposto a udienza di convalida nel carcere di Taranto. Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti, il pubblico ministero ha richiesto la custodia cautelare in carcere per i reati di:
- tentato omicidio,
- lesioni personali gravi,
- resistenza a pubblico ufficiale,
- detenzione illegale di armi e munizioni.
Nel corso delle perquisizioni, eseguite nei locali a lui riconducibili (un esercizio commerciale e un garage), sono state rinvenute armi modificate, munizioni di vari calibri, dispositivi per il travisamento, cellulari e targhe automobilistiche. Un vero e proprio arsenale clandestino.
L’agguato mortale al carabiniere: la prima sparatoria a Francavilla Fontana
L’intera vicenda è iniziata nella mattinata del 12 giugno, quando il brigadiere Carlo Legrottaglie è stato ucciso in un conflitto a fuoco durante un inseguimento nei pressi di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi.
Michele Mastropietro avrebbe esploso il colpo mortale che ha raggiunto il militare, per poi darsi alla fuga con Giannattasio a bordo di un’automobile. Ne è seguita una caccia all’uomo durata alcune ore e terminata drammaticamente nelle campagne tarantine.
Massimo riserbo della Procura sull’inchiesta
L’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto prosegue con il massimo riserbo. Il procuratore Francesco Ciardo mantiene al momento un approccio prudente sulle responsabilità penali dei vari soggetti coinvolti, compresi i due agenti indagati.
Gli accertamenti medico-legali e balistici saranno fondamentali per chiarire:
- il numero e la traiettoria dei colpi esplosi;
- la distanza tra i contendenti al momento degli spari;
- lo stato di pericolo concreto in cui si trovavano gli agenti;
- eventuali margini di responsabilità penale o esclusione di colpevolezza per i due poliziotti.
La vicinanza delle istituzioni alle forze dell’ordine
L’intera vicenda ha riaperto il dibattito sull’operato delle forze dell’ordine in situazioni di conflitto a fuoco e sui rischi giuridici che corrono gli agenti impegnati in operazioni ad altissimo rischio.
Il Presidente Mattarella, durante i funerali, ha simbolicamente confermato la piena vicinanza delle istituzioni a chi indossa la divisa, sottolineando come il sacrificio del brigadiere Legrottaglie rappresenti il volto più drammatico del servizio quotidiano svolto dagli operatori della sicurezza a tutela della collettività.