Caryl Menghetti assolta per incapacità: dovrà restare almeno nove anni in Rems
È stata assolta per totale incapacità di intendere e di volere Caryl Menghetti, la 47enne di Martinengo (Bergamo) che la notte tra il 25 e il 26 gennaio 2024 ha ucciso a coltellate il marito Diego Rota, 56 anni, mentre dormiva accanto a lei nel loro letto. La Corte d’Assise di Bergamo ha riconosciuto l’infermità mentale della donna al momento dell’omicidio, disponendo però per lei una misura di sicurezza: un periodo minimo di nove anni in una Rems, una struttura psichiatrica per autori di reati affetti da disturbi mentali.
Una decisione che chiude un processo delicato, nel quale la difesa e la pubblica accusa hanno concordato sulla gravità del disturbo psichico che ha travolto la mente della donna. Tuttora considerata socialmente pericolosa, Menghetti resterà ricoverata nella Rems dove già si trova, sotto sorveglianza e assistenza continua.
Il delirio ossessivo e la tragedia
Secondo quanto emerso dalle udienze, Caryl Menghetti era ossessionata dall’idea che il marito potesse abusare della loro figlia di cinque anni. Una convinzione delirante, figlia di un disturbo mentale grave, che l’aveva già portata al ricovero nel 2020. A gennaio 2024 la situazione è precipitata: il 24 gennaio fu portata al pronto soccorso psichiatrico di Treviglio dopo aver dato in escandescenza, urlando frasi sconnesse sulla necessità di “proteggere la bambina”.
Nonostante ciò, e nonostante un evidente stato di alterazione, fu dimessa con una terapia farmacologica e un appuntamento fissato per la mattina del 26. Il marito, Diego Rota, decise di riportarla a casa, convinto di poterla assistere fino alla visita. Ma la notte del 25, Caryl l’ha accoltellato a morte nel letto, sotto gli occhi della loro bambina.
Una diagnosi condivisa da tutti gli esperti
Durante il processo, tutti i consulenti psichiatrici sentiti hanno confermato la totale incapacità della donna di intendere e di volere al momento del fatto. L’unico atto possibile per la giustizia è stata quindi l’assoluzione, accompagnata da una misura detentiva in ambiente sanitario: la Rems, considerata l’unico luogo adatto a tutelare la salute della donna e l’incolumità pubblica.
Psichiatra indagata per omicidio colposo
L’inchiesta non si chiude qui. Sotto la lente della Procura è finita anche la psichiatra che aveva in cura Menghetti. Secondo gli inquirenti, fissare la visita con 48 ore di ritardo, pur in presenza di un evidente stato psicotico, potrebbe configurare una responsabilità. La dottoressa è indagata per omicidio colposo. Il Tribunale dovrà chiarire se l’omicidio sarebbe potuto essere evitato con un trattamento sanitario immediato.
Il dolore per Diego Rota
Durante la requisitoria, la pm Laura Cocucci ha voluto ricordare la figura della vittima, Diego Rota, descritto come un padre amorevole e un marito premuroso. “Non era un pedofilo, come lo vedeva la signora Caryl. Se un errore ha commesso, è stato solo quello di volerle troppo bene”, ha detto in aula.
Rota aveva anche cercato di garantire le cure alla moglie, evitando l’ospedalizzazione forzata. Una scelta che si è rivelata fatale, ma che molti hanno letto come l’estremo gesto d’amore di un uomo che non aveva compreso la gravità della situazione.
La vita prima del delirio
Caryl Menghetti era conosciuta anche a Bergamo, dove per un periodo aveva gestito un chiosco al parco Suardi. La struttura aveva chiuso a novembre 2023, per motivi rimasti poco chiari. Negli ultimi tempi, la donna aveva manifestato segni crescenti di disagio, culminati nei tragici eventi di gennaio.